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Lingua italiana

La lingua italiana è una lingua romanza usata principalmente in Italia, anche se è lingua ufficiale in Svizzera, nella Città del Vaticano, a San Marino; fino al 1934 l’italiano è stato lingua ufficiale anche a Malta dove è parlato da una buona parte della popolazione.

La lingua italiana è una lingua neolatina, derivata dal latino volgare parlato in Italia nell’antichità romana e trasformatosi successivamente. Il più antico esempio di volgare italiano è il placito di Capua risalente al 960. Nel XIII sec. l’espansione dei dialetti toscani innescò la questione della lingua con Dante che nel De vulgari eloquentia sostenne la necessità di far nascere un italiano illustre, riassunto del meglio dei volgari che si parlavano presso i vari centri di cultura. Nel XVI sec. Bembo riprese la questione (Prose della volgar lingua) precisando rigorosamente la toscanità, sostenuta anche dall’Accademia della Crusca. Nei secoli successivi lo scontro fu fra i puristi e gli antipuristi con il Manzoni che propose come soluzione “il fiorentino parlato dalle persone colte”. L’unità d’Italia e il diffondersi dei mezzi di comunicazione hanno portato poi a una lingua nazionale. Negli ultimi decenni notevole è stato l’influsso di lingue straniere, in particolare l’inglese, che hanno introdotto molti termini, considerati ormai “internazionali”.

Lingua italiana – Ortografia

L’ortografia è la parte della grammatica della lingua italiana che stabilisce le regole del modo corretto di scrittura in una data lingua. Come disciplina è piuttosto stabile, anche se esistono discussioni specifiche fra gli addetti ai lavori su casi specifici. Si differenzia dalla fonologia che è la branca della linguistica che studia i sistemi di suoni della lingua (o foni), soprattutto nelle relazioni che hanno per distinguere significati; a sua volta, la fonologia si differenzia dalla fonetica che studia lo studio fisico dei foni.

  • Alfabeto italiano
  • Sillabe
  • Accento
  • Apostrofo
  • Elisione e troncamento
  • Interpunzione (punteggiatura)
  • Uso delle maiuscole

Lingua italiana – Morfologia

La morfologia è la parte della grammatica della lingua italiana che analizza e descrive le forme assunte dalle parole a seconda della funzione che svolgono e dei significati che rivestono.

  • Concordanza

I nomi, o sostantivi, sono le parole che indicano persone, animali o cose. Insieme ai verbi costituiscono le basi per la costruzione della frase. I nomi comuni sono generici e indicano gli elementi appartenenti a una classe: libro, automobile, cappello ecc. I nomi propri indicano non ciò che è generico, ma individuale, un appartenente alla classe (Maria appartiene alla classe donna). Esistono vari tipi di nomi, per esempio i nomi numerabili (si possono contare, come libro; sono non numerabili quelli che non si possono contare, per esempio acqua).

  • Maschile e femminile
  • Nomi concreti e astratti
  • Nomi invariabili
  • Nomi collettivi
  • Nomi difettivi
  • Nomi promiscui
  • Plurale
    • Plurale di camicia
    • Plurale di curriculum
    • Plurale di specie
  • Articoli

Gli aggettivi sono le parti del discorso che si uniscono al nome, con cui concordano in genere e in numero, e lo qualificano (aggettivi qualificativi) o lo determinano (aggettivi determinativi). In passato, gli aggettivi e i sostantivi (nomi) appartenevano a un’unica categoria grammaticale perché si riteneva che i “nomi sostantivi” si relazionassero a una sostanza (ente animato o no) e che i “nomi aggettivi” fossero aggiuntivi ai primi per determinarlo in qualche modo. L’affinità tra sostantivi e aggettivi è anche dimostrata dal fatto che i primi possono essere usati come aggettivi, mentre i secondi possono sostantivarsi. Gli aggettivi determinativi si dividono a loro volta in possessivi, numerali, dimostrativi, indefiniti, interrogativi ed esclamativi.

  • Aggettivi qualificativi
  • Aggettivi possessivi
  • Aggettivi dimostrativi
  • Aggettivi indefiniti
  • Aggettivi interrogativi
  • Aggettivi esclamativi
  • Aggettivi numerali

I pronomi sono la parte del discorso che si usa per sostituire una parte del testo precedente (in gergo tecnico, anafora) o successivo (in gergo tecnico, catafora) o per riferirsi a un elemento del contesto in cui si svolge il discorso (in gergo tecnico, deissi). In genere la sostituzione o il riferimento riguardano un nome (infatti l’etimologia di pronome indica che “fa le veci del nome”). Vediamo tre esempi che riguardano le possibilità citate.

  • S’i’ fosse foco, arderei ‘l mondo; s’i’ fosse vento, lo tempesterei; nei versi di Cecco Angiolieri lo si riferisce al precedentemente citato mondo (anafora).
  • Te lo ripeto: non cambiare lavoro!; lo precede la parte cui si riferisce (catafora)
  • L’abbracciò e poi la baciò sensualmente; la si riferisce a un attore del contesto (deissi).
  • Pronomi personali
  • Pronomi possessivi
  • Pronomi dimostrativi
  • Pronomi indefiniti
  • Pronomi relativi
  • Pronomi interrogativi

I verbi sono parti variabili del discorso che indicano un’azione che il soggetto compie o subisce, l’esistenza o uno stato del soggetto o il modo di essere del soggetto. Le forme del verbo cambiano a seconda del soggetto, del modo, del tempo, della forma attiva o passiva. La variabilità di forme di un verbo costituisce la sua coniugazione. Per la formazione dei tempi composti i verbi utilizzano gli ausiliari avere o essere, per la formazione delle forme passive (dove il soggetto non è l’agente dell’azione, ma la subisce) l’ausiliare essere. I verbi vengono classificati in base alla desinenza dell’infinito: prima coniugazione -are (amare); seconda coniugazione -ere (scrivere); terza coniugazione -ire (partire).

lingua italiana

Il verbo “amare” appartiene alla prima coniugazione

  • Verbi irregolari
  • Verbi predicativi
  • Verbi copulativi
  • Verbi transitivi e verbi intransitivi
  • Verbi pronominali
  • Verbi impersonali
  • Verbi servili
  • Verbi fraseologici
  • Verbi sovrabbondanti

Il modo di un verbo indica l’atteggiamento che chi parla instaura con chi ascolta, l’atteggiamento di chi parla relativamente alla propria comunicazione. I modi veri e propri sono quelli finiti (indicativo, congiuntivo, condizionale e imperativo). Si distinguono anche modi indefiniti: infinito (servire), participio (servito), gerundio presente (servendo), gerundio passato (avendo servito).

  • Indicativo
  • Congiuntivo
  • Condizionale
  • Periodo ipotetico
  • Participio
    • Participio passato di competere
    • Participio passato di delinquere
    • Participio passato di dirimere
    • Participio passato di dolere
    • Participio passato di esigere
    • Participio passato di incutere
    • Participio passato di nuocere
    • Participio passato di porgere
    • Participio passato di prudere
    • Participio passato di scorrere
    • Participio passato di soccombere
    • Participio passato di splendere

Le parti invariabili del discorso sono quattro: la preposizione (di, a, da, per ecc.), la congiunzione (e, perché ecc.), l’avverbio (sempre, chiaramente, soltanto ecc.) e l’interiezione (ah!, ahimè! ecc.).

  • Preposizione
  • Congiunzione
  • Avverbi
  • Interiezione

Lingua italiana – Sintassi

La frase è un’espressione linguistica con un significato; è un insieme di parole disposte intorno a un verbo di senso compiuto e autonomo. Può essere semplice (detta anche proposizione) oppure complessa (formata da più proposizioni collegate tra loro). La sintassi studia (analisi logica) i diversi modi in cui le parole si uniscono tra loro per formare una proposizione e i vari modi in cui le proposizioni si collegano per formare un periodo.

L’analisi logica della proposizione individua la funzione delle parole e il loro rapporto in una proposizione. Ogni proposizione contiene un solo verbo (predicato verbale). Gli altri elementi della proposizione sono il soggetto, il complemento oggetto, il predicato nominale, il predicativo del soggetto, il predicativo dell’oggetto, l’apposizione, l’attributo e i complementi.

  • Predicato verbale e nominale
  • Soggetto
  • Complemento predicativo del soggetto

La nozione di complemento comprende tutti i costituenti della frase, a esclusione di soggetto e predicato. I complementi sono di tre specie; il complemento diretto (complemento oggetto) completa il significato espresso dal predicato, senza alcuna preposizione che l’unisca allo stesso predicato (Luigi mangia una mela); i complementi indiretti completano indirettamente il senso espresso dal predicato, con (ma non sempre) una preposizione (io vado a Genova). Si possono considerare indiretti anche i complementi circostanziali che completano l’informazione del predicato verbale intorno alle circostanze in cui si verifica l’azione. Il complemento prende quindi il nome dalla circostanza che descrive. Poiché le circostanze sono numerosissime, altrettanto numerosi sono i complementi che si possono definire. Vista la prolissità nelle definizioni, la nozione di complemento è spesso criticata dai linguisti, ma continua a essere molto usata nello studio delle lingue.

  • Complemento oggetto
  • Complementi di luogo
  • Complemento d’agente
  • Complemento di causa
  • Complemento concessivo
  • Complemento di abbondanza
  • Complemento di allontanamento o separazione
  • Complemento di argomento
  • Complemento di colpa
  • Complemento di compagnia
  • Complemento di denominazione
  • Complemento di distanza
  • Complemento di esclusione
  • Complemento di età
  • Complemento di fine
  • Complemento di limitazione
  • Complemento di materia
  • Complemento di mezzo
  • Complemento di modo
  • Complemento di origine (o provenienza)
  • Complemento di paragone
  • Complemento partitivo
  • Complemento di pena
  • Complemento di peso o misura
  • Complemento di prezzo
  • Complemento di privazione
  • Complemento di qualità
  • Complemento di relazione
  • Complemento di sostituzione
  • Complemento di specificazione
  • Complemento di stima
  • Complemento di svantaggio
  • Complemento di tempo continuato (o indeterminato)
  • Complemento di tempo determinato
  • Complemento di termine
  • Complemento di unione
  • Complemento di vantaggio
  • Complemento di vocazione
  • Complemento distributivo
  • Complemento esclamativo
  • Attributi e apposizioni

L’analisi del periodo studia la sintassi della frase complessa (periodo), formata da più proposizioni.

  • Analisi del periodo
  • Proposizioni principali e subordinate

Parole difficili

  • lingua italiana parole difficili autoctono

    Lo scoiattolo comune (Sciurus vulgaris, Linneo, 1758) è detto anche scoiattolo rosso; è una specie autoctona dell’Europa ma il suo habitat si spinge anche in Asia fino alla Cina e al Giappone

  • Autoctono
  • Emetico
  • Lapalissiano
  • Mecenate
  • Misantropo
  • Palindromo
  • Riottoso
  • Sindemia

Italiano: gli errori più comuni

 

Indice materie – Lingua italiana

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