Voi che per li occhi mi passaste ‘l core è l’incipit di un sonetto di Guido Cavalcanti in cui vengono descritti gli effetti della passione amorosa. Potremmo definire quello di Cavalcanti uno “stilnovismo tragico”. Il grande tema della poesia cavalcantiana era infatti l’amore, che ha la capacità di nobilitare l’animo umano, ma allo stesso tempo è interpretato come esperienza tragica, poiché è un’esperienza talmente radicale e complessa che, non potendo essere soggetta al controllo razionale, può portare alla disgregazione dell’io. Di conseguenza, in molti componimenti i temi del saluto e della lode dell’amata risultano mutati: spesso la donna, più che portatrice di salvezza, risulta portatrice di distruzione. In questo sonetto, infatti, Cavalcanti descrive la potenza distruttiva dell’amore. Il componimento presenta rime incrociate nelle quartine e ripetute nelle terzine, secondo lo schema ABBA, ABBA, CDE, CDE.
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Guido Cavalcanti (fonte: Wikimedia Commons / autore: Giogo)
Testo
- Voi che per li occhi mi passaste ‘l core
- e destaste la mente che dormia,
- guardate a l’angosciosa vita mia
- che sospirando la distrugge Amore. 4
- E’ vèn tagliando di sì gran valore
- che’ deboletti spiriti van via:
- riman figura sol en segnoria
- e voce alquanta, che parla dolore. 8
- Questa vertù d’amor che m’ha disfatto
- da’ vostr’occhi gentil’ presta si mosse:
- un dardo mi gittò dentro dal fianco. 11
- Sì giunse ritto ‘l colpo al primo tratto,
- che l’anima tremando si riscosse
- veggendo morto ‘l cor nel lato manco. 14
Voi che per li occhi mi passaste ‘l core – Parafrasi
- Voi che, attraverso gli occhi, mi trafiggeste il cuore,
- e svegliaste la mente addormentata,
- guardate la mia vita angosciosa,
- che Amore distrugge facendomi sospirare.
- L’Amore va ferendo con tanta forza
- che gli spiritelli deboli vanno via:
- rimane solo l’aspetto esteriore in suo potere,
- e un po’ di voce che esprime dolore.
- Questa potenza d’amore che mi ha distrutto
- partì veloce dai vostri occhi gentili:
- mi scagliò una freccia nel fianco.
- Il colpo giunse a segno al primo lancio,
- tanto che l’anima tremando si svegliò
- vedendo morto il cuore nel fianco sinistro.
Voi che per li occhi mi passaste ‘l core – Commento
La prima quartina descrive l’innamoramento del poeta. L’immagine della donna, attraverso gli occhi dell’amante, arriva fino al cuore e risveglia la mente, cioè la memoria, dal suo sonno. Già in questa strofa si allude alla potenza distruttrice di Amore. Ciò che avviene nel cuore del poeta è spiegato nella seconda quartina ed è rappresentato come una battaglia: l’amore ferisce con forza e mette in fuga gli “spiritelli”, cioè entità che si muovono nel corpo umano e che si riferiscono alle facoltà percettive dell’uomo (come la vista) o a ciò che scuote il suo animo (come il tremore).
Cavalcanti spiega che questi “spiritelli” si mettono a difesa del cuore, ma vengono messi in fuga dall’Amore. C’è poi un riferimento all’aspetto fisico dell’amante (v. 7) e alla sua voce (v. 8), che, a differenza degli spiriti, rimangono preda di Amore. Dalla battaglia chi esce trionfante è dunque Amore, mentre l’uomo ne rimane completamente distrutto. Nelle due terzine si descrive come l’Amore colpisca l’amante con una freccia, scuotendo la sua anima. L’azione descritta si conclude con la “morte” del cuore, sconvolto dalla passione amorosa.
Voi che per li occhi mi passaste ‘l core – Figure retoriche
Per quanto riguarda le figure retoriche, è facile notare come, a partire dal v. 4, quella della personificazione (di Amore) percorra praticamente tutto il sonetto il quale illustra una metaforica battaglia (ciò che si verifica nel cuore del poeta). Al v. 1 è presente la figura dell’apostrofe (Voi che per li occhi mi passaste ‘l core). Sono presenti alcune anastrofi (v. 3, l’angosciosa vita mia; v. 4, sospirando la distrugge amore; v. 6 6, deboletti spiriti; 9, presta si mosse). Sono presenti numerose allitterazioni; della c (v. 1); di s, t, a, e (vv. 1-2), della a (v. 3), della t (v. 12).
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