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Umberto Saba – Poesie

Umberto Saba, al secolo Umberto Poli, è considerato uno dei grandi poeti del Novecento italiano.

Saba nasce a Trieste, in una situazione familiare molto complessa; il padre, Edoardo Poli, infatti, aveva abbandonato la famiglia prima della sua nascita. La madre di Umberto, Felicita Rachele Cohen, proverà un grande risentimento per questo abbandono, risentimento che si riverserà anche sul figlio che, fino all’età di quattro anni, sarà affidato a una balia.

Il ritorno alla casa materna, con la separazione dalla balia, rappresentano due traumi importanti per il futuro poeta e ne segneranno tutta l’esistenza.

La lettura rappresenterà per Umberto un mezzo per allontanare la tristezza della vita.

Agli inizi del Novecento, Saba si trasferisce in Toscana, prima a Pisa e poi a Firenze; qui conoscerà suo padre e incontrerà quella che diventerà la sua futura moglie, Lina (al secolo Carolina Wölfer).

Saba non avrà una vita facile, i suoi disturbi nervosi lo costringeranno a diversi e lunghi ricoveri. Muore a Gorizia nel 1957, solo pochi mesi dopo la scomparsa della sua amata moglie.

L’opera di Saba è una costante autobiografia, un’esplorazione continua del suo io interiore e dei suoi legami con gli eventi esterni.

Nelle sue poesie, Umberto Saba ricerca un linguaggio semplice, che riveli quelli che sono gli aspetti più profondi del suo essere. I valori cui si ispira nelle sue opere sono la chiarezza, la verità, l’onestà.

Umberto Saba poesie - Le più famose

Nelle sue poesie, Umberto Saba ricerca un linguaggio semplice, che riveli quelli che sono gli aspetti più profondi del suo essere. I valori cui si ispira nelle sue opere sono la chiarezza, la verità, l’onestà.

Umberto Saba – Poesie famose

Molte sono le poesie di Umberto Saba unanimemente apprezzate; ricordiamo in particolar modo le seguenti:

  • A mia moglie
  • Amai
  • Goal
  • La capra
  • Ritratto della mia bambina
  • Trieste
  • Ulisse

Dopo una brevissima introduzione si rimanda alla scheda specifica nella quale, oltre al testo, sono presenti la parafrasi e una dettagliata analisi compresa la descrizione di eventuali figure retoriche.

A mia moglie – È una delle poesie più note di Umberto Saba; il poeta la dedica alla moglie Lina, qui paragonata alle femmine di alcuni animali domestici, delle quali privilegia alcune caratteristiche che rintraccia anche nella donna. Per approfondire si veda la scheda A mia moglie.

Amai – Questo testo è una dichiarazione di poetica; Saba rivela la continuità della propria poesia con la tradizione letteraria, incarnata dalla rima «fiore / amore», che sembra elementare, ma in realtà è la più «difficile del mondo», perché dà vita a significati profondi. Per approfondire si veda la scheda Amai.

Goal – Saba, in questa poesia, coglie come in una fotografia un momento decisivo durante una partita di calcio: una delle due squadre in campo segna un goal e questo provoca, chiaramente, sentimenti differenti. Per approfondire si veda la scheda Goal.

La capra – In questo testo, Saba, osservando e “dialogando” con una capra, riflette sull’universalità del dolore, che coinvolge tutti gli esseri viventi e li accomuna. Per approfondire si veda la scheda La capra.

Ritratto della mia bambina – In questa poesia, Saba traccia, come un pittore, un ritratto scritto della figlia Linuccia, di dieci anni, stabilendo similitudini tra la bambina e gli elementi del paesaggio. Per approfondire si veda la scheda Ritratto della mia bambina.

Trieste – In questa poesia, una delle più conosciute di Umberto Saba, la città di Trieste, da sempre crocevia di culture, lingue, etnie differenti, viene personificata e il poeta, attraversandola, impara a conoscerne gli aspetti “fisici” e “caratteriali”. Per approfondire si veda la scheda Trieste.

Ulisse – Il titolo di questa poesia rimanda alla figura dell’eroe omerico, ma in essa è il poeta che si presenta come un moderno Ulisse, navigatore instancabile tra le onde dell’esistenza. Per approfondire si veda la scheda Ulisse.

Umberto Saba – Biografia e opere

1883 – Nasce a Trieste

1893-1897 – Frequenta il ginnasio Dante Alighieri

1903 – Si trasferisce a Pisa per frequentare alcuni corsi dell’università

1905 – Vive a Firenze

1907 – Parte per il servizio militare con destinazione Salerno

1909 – Sposa Carolina Wölfler (la Lina del Canzoniere)

1910 – Nasce sua figlia Linuccia

1911 – Poesie

1912 – Coi miei occhi

1918 – Viene ricoverato a Milano a causa di disturbi nervosi

1920 – Cose leggere e vaganti

1921 – Il Canzoniere

1922 – Preludio e canzonette

1926 – Figure e canti

1928 – Preludio e fughe

1929 – Inizia un percorso psicoanalitico per curare la sua nevrosi

1933 – Tre composizioni

1934 – Opere

1938 – Emigra in Francia a causa delle leggi razziali

1939 – Rientra in Italia

1944 – Ultime cose

1945 – Vince, ex aequo con Silvio Micheli, il primo Premio Viareggio

1947 – Mediterranee

1951 – Uccelli – Quasi un racconto

1953 – Riceve la laurea honoris causa dall’università La Sapienza di Roma

1956 – Muore sua moglie

1957 – Muore a Gorizia

Frasi celebri

La letteratura sta alla poesia come la menzogna alla verità.

Ai poeti resta da fare la poesia onesta.

La vita è così amara, il vino è così dolce; perché dunque non bere?

L’artista può anche essere un bottegaio, ma non del proprio ideale.

Buono e cattivo sono termini arcaici, che l’abuso ha degradati a significati solo gastronomici. Propongo di sostituirli con «chiaro» e «oscuro». Tutto quello che (in noi stessi) è chiaro, è buono; tutto quello che è oscuro, è cattivo.

I fatti preesistono. Noi li scopriamo, vivendoli.

I premi letterari sono una crudeltà. Soprattutto per chi non li vince.

Patriottismo, nazionalismo e razzismo stanno fra di loro come la salute, la nevrosi e la pazzia.

Il poeta è un bambino che si meraviglia delle cose che accadono a lui stesso, diventato adulto.

Le guerre si combattono perché l’uomo è un animale aggressivo; il più aggressivo, forse, della creazione.

 

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