Quant’è bella giovinezza è l’incipit della notissima Canzona di Bacco (nota anche come Il trionfo di Bacco e Arianna), un canto carnascialesco di Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico, in occasione del carnevale del 1490.
- Quant’è bella giovinezza,
- che si fugge tuttavia!
- Chi vuol esser lieto, sia:
- del doman non v’è certezza.
In questi versi l’autore invita il lettore a godersi ciò che avviene nel tempo presente, in particolar modo durante la giovinezza che è una fase della vita che fugge continuamente (che si fugge tuttavia); chi vuole essere felice (lieto), lo sia adesso perché non si può avere la certezza del futuro.

Il trionfo di Bacco in un mosaico romano.
Profeticamente, perché il Magnifico morì due anni dopo aver composto la Canzona di Bacco; nel 1490 aveva 41 anni e il verso sa di un malinconico ricordo di una giovinezza che è passata troppo in fretta e, a un tempo, di un saggio consiglio a chi non vive pienamente questo periodo.
Del mito del dio greco Dioniso (a Roma identificato con Bacco) e Arianna ci sono diverse versioni, ma in quella scelta dal Magnifico la principessa cretese Arianna è disperata mentre osserva la nave del suo amato Teseo allontanarsi, ma il dolore dell’abbandono è di breve durata poiché arriva Dioniso su un carro tirato da pantere che, dopo averla vista così disperata, vuole sposarla, impedendole di sprecare la sua giovinezza per un amore perduto.
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