Pianto antico è una poesia che Giosuè Carducci scrisse nel 1871 per Dante, il figlio morto a soli tre anni. Il titolo è una ripresa di un canto funebre del poeta greco Mosco (II secolo a.C.) e il tema è il dolore del poeta per la sua perdita, esplicato nel rapporto di contrapposizione tra la mortalità umana e la natura che ciclicamente rinasce.
In questa pagina…

L’albero di melograno, nella civiltà classica, era emblema di fertilità, ma anche riferimento simbolico alla dea degli inferi Persefone.
Testo
Si tratta di quattro quartine di settenari con schema ABBC.
- L’albero a cui tendevi
- la pargoletta mano,
- il verde melograno
- da’ bei vermigli fior,
- nel muto orto solingo 5
- rinverdì tutto or ora,
- e giugno lo ristora
- di luce e di calor.
- Tu fior de la mia pianta
- percossa e inaridita, 10
- tu de l’inutil vita
- estremo unico fior,
- sei ne la terra fredda,
- sei ne la terra negra;
- né il sol più ti rallegra 15
- né ti risveglia amor.
Pianto antico – Parafrasi
- L’albero a cui tendevi
- la tua piccola mano,
- il melograno verde
- dai fiori di un rosso intenso,
- nel giardino silenzioso e solitario
- è da poco rifiorito completamente
- e giugno lo nutre
- di luce e di calore.
- Tu, fiore della mia pianta
- colpita e inaridita,
- tu sei l’ultimo e unico fiore
- della mia inutile esistenza,
- sei nella terra fredda,
- sei nella terra nera;
- e il sole non può più renderti felice
- né amore può più risvegliarti.
Pianto Antico – Analisi
Il dolore sperimentato dal poeta per la sua perdita è da lui stesso definito un pianto antico, cioè un sentimento proprio dell’umanità da sempre, per quanto sia innaturale, per un padre, seppellire il proprio figlio. Il poeta fa i conti con un’esistenza che, colpita e inaridita (v. 10) dalla morte del figlio, è divenuta una inutil vita: egli riflette sul rapporto tra la vita – quella che la rinasce ciclicamente dalla natura – e la morte, che è il destino proprio di tutti gli uomini e che determina il silenzio e l’assenza della luce e del calore vitale.
Il poeta presenta, nelle prime due quartine, alcune immagini della primavera che si risveglia (il melograno verde con i suoi frutti rossi, il ricordo della mano del bambino pronta a cogliere questi ultimi, il calore proprio di giugno) e le pone in contrasto, nelle ultime due strofe, con la realtà della morte che, pur nell’inconsolabile sofferenza, viene accettata con rassegnazione poiché destino comune a tutti gli uomini. Questo contrasto tra vita e morte è comunque visibile fin dalla prima quartina, dove l’albero di melograno, nella civiltà classica, era sì emblema di fertilità, ma anche riferimento simbolico alla dea degli inferi Persefone.

Pianto antico è una poesia che Giosuè Carducci scrisse nel 1871 per Dante, il figlio morto a soli tre anni. Il titolo è una ripresa di un canto funebre del poeta greco Mosco (II secolo a.C.)
Pianto antico – Figure retoriche
Varie sono le figure retoriche presenti in questa poesia di Pascoli. Non si può non notare la presenza di allitterazioni della r (albero, pargoletta, verde, melograno, vermigli, fior, orto, rinverdì, or, ora, ristor, calor, percossa, inaridita, estremo, fredda, erra, negra, allegra, risveglia, amor), ma anche della o (muto, orto, solingo, tutto, or, ora, giugno, io, ristora, calor) e della u.
Sono presenti anche alcuni enjambement (vv. 1-2, L’albero a cui tendevi / la pargoletta mano; vv. 7-8, lo ristora / di luce e di calor; vv. 9-10, pianta / percossa e inaridita). Il v. 2 è un esempio di ipallage (la pargoletta mano). Nel v. 5 c’è il ricorso alla figura della personificazione (l’orto è definito “muto” e “solingo”). La figura retorica della metafora compare nel v. 9 (Tu fior de la mia pianta; il fiore è il figlio, mentre la pianta è il padre). Si notano anche tre anafore; tu… tu (vv. 9, 11); sei… sei (vv. 13-14); vv. 15-16, né… né. Pascoli ricorre più volte anche alla figura retorica dell’anastrofe (verde melograno, vermigli fior, inutil vita, unico fior). Altra figura retorica presente è quella dell’antitesi (luce/negra, calor/fredda, verde melograno/pianta percossa e inaridita).
Torna alle Grandi opere