Ludovico Ariosto è il poeta più rappresentativo della fase culturale del rinascimento. Le vicende alterne della sua esistenza testimoniano la vitalità del mecenatismo delle corti dell’epoca e ne mostrano gli aspetti positivi, ma anche negativi: nato a Reggio Emilia, Ariosto lavora per tutta la vita sotto la protezione degli Estensi, che da un lato gli garantiscono il sostentamento e finanziano la sua attività letteraria, dall’altro gli impongono incarichi burocratici e cautele ideologiche che sottraggono tempo e libertà espressiva alla sua poesia. L’insofferenza per questa situazione emerge chiaramente nelle Satire.
L’opera più nota e significativa di Ariosto è però il poema epico-cavalleresco Orlando furioso, sintesi della visione umanistico-rinascimentale dell’uomo e della vita. Il poema esprime, infatti, la contraddittorietà umana e l’imprevedibilità della vita, sottratta a qualsiasi stabile disegno divino, attraverso la sua struttura aperta, priva di unità di azione, con numerosi racconti e personaggi che si intrecciano tra loro espandendo all’infinito la trama. Il tema epico, con la guerra tra cristiani e saraceni, si mescola con il tema sentimentale del folle amore di Orlando per Angelica e con la celebrazione della dinastia estense. Il distacco con cui l’autore contempla le vicende della natura umana conferisce infine all’opera una concretezza ironica che esprime lo spirito di un’epoca.

Ludovico Ariosto è anche l’iniziatore della commedia regolare con Cassaria e I suppositi
Ludovico Ariosto – Biografia e opere
- 1474 – Nasce a Reggio Emilia
- 1495-1500 – Sono gli anni degli studi di letteratura
- 1502 – Diventa capitano della rocca di Canossa
- 1503 – Entra al servizio del cardinale Ippolito d’Este
- 1508 – Cassaria (commedia)
- 1509 – I suppositi (commedia)
- 1513 – Conosce Alessandra Benucci che anni più tardi diventerà sua moglie
- 1516 – Orlando furioso (poema cavalleresco)
- 1517-1524 – Satire (pubblicate postume nel 1534)
- 1518 – Entra alla corte di Alfonso I d’Este, duca di Ferrara
- 1520 – Il negromante (commedia)
- 1522 – Il duca Alfonso lo incarica di governare la Garfagnana
- 1525 – Fa ritorno a Ferrara
- 1528 – La Lena
- 1533 – Muore a Ferrara
Frasi celebri di Ludovico Ariosto
Io credea e credo, e creder credo il vero.
Che sarebbe pensier non troppo accorto / perder duo vivi per salvare un morto.
Di più direi; ma di men dir bisogna.
Se, come il viso, si mostrasse il core.
Natura il fece, e poi ruppe la stampa.
Fu il vincer sempre mai laudabil cosa / Vincasi o per fortuna o per ingegno.
L’animo è pronto, ma il potere è zoppo.
Ecco il giudicio uman come spesso erra!
Non conosce la pace e non l’estima | chi provato non ha la guerra prima.
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