Il Settecento è l’epoca dell’illuminismo, movimento di pensiero culturale, filosofico e politico che si fonda sull’idea della preminenza della ragione come guida in ogni campo dell’esperienza umana. Questa corrente nasce in Inghilterra e raggiunge il suo massimo sviluppo in Francia, mentre l’Italia, a causa della mancanza di autonomia politica, fatica a mantenere la sua cultura al passo di quella europea. L’illuminismo italiano, infatti, non diventa mai un fenomeno radicale e la ricerca razionale risulta sempre mediata da un’eredità classica che viene recuperata come reazione agli eccessi del barocco. Protagonisti di questa reazione sono i poeti dell’Accademia dell’Arcadia, la cui riflessione razionalistica rimane tuttavia superficiale, limitata al recupero del linguaggio chiaro e lineare del classicismo e all’idealizzazione di una nuova società, sostanzialmente astratta ed elitaria, nelle liriche di ispirazione pastorale.
La letteratura italiana di maggiore successo europeo in questa fase rimane confinata alla produzione teatrale della commedia dell’arte e soprattutto del melodramma, capace di ottenere un vasto apprezzamento grazie alla sua semplicità e alla preminenza dell’elemento spettacolare e musicale. La facilità dei testi, la centralità della fantasia e la superficialità dei sentimenti rimangono aspetti salienti anche nel melodramma di Metastasio, che per andare incontro alle nuove esigenze razionalistiche arricchisce maggiormente il libretto rispetto alla musica. Il teatro italiano compie un salto di qualità soltanto con la grande riforma di Carlo Goldoni.
Goldoni, infatti, abbandona la pratica di affidare la rappresentazione teatrale all’improvvisazione degli attori, basata su uno schematico canovaccio scritto e sugli stereotipi legati alle maschere, per passare invece alla stesura completa del testo teatrale. In questo modo l’autore può eliminare le maschere e determinare con precisione i caratteri psicologici dei personaggi, che devono essere realisticamente ispirati alla società civile e non rimanere caricature di essa. Tra le numerosissime commedie che portano Goldoni alla fama la più nota è La locandiera.
Solo a partire dalla metà del Settecento l’illuminismo italiano acquista tratti di originalità, soprattutto in area lombarda, grazie all’esperienza della rivista Il Caffè, attorno alla quale si raccolgono intellettuali che aspirano a un ruolo più attivo per la cultura nella realtà politica e sociale. Le figure più significative sono i fratelli Pietro e Alessandro Verri, che nei loro articoli sostengono la necessità di una cultura utile e pragmatica e della diffusione di una consapevolezza culturale fra tutti i cittadini. Per raggiungere questi scopi, i Verri ritengono indispensabile un distacco della cultura italiana dall’astrattezza del classicismo e dalla sua lingua elegante, ma poco comunicativa. Un altro fondamentale collaboratore della rivista è Cesare Beccaria che nel trattato Dei delitti e delle pene esprime l’urgenza di riforma del sistema giudiziario nei suoi aspetti più barbari e irrazionali, come la tortura o la pena di morte, che non rispettano la dignità umana.

Statua di Giuseppe Parini; Palazzo Brera, Milano
In Italia i più importanti esponenti della letteratura neoclassica furono Giuseppe Parini, Vincenzo Monti, Vittorio Alfieri e Ugo Foscolo.
Un posto a parte merita il veneto Giacomo Casanova, avventuriero, letterato e diplomatico. Scrisse molte opere minori in italiano, ma scelse di scrivere la sua autobiografia in francese, per dare maggior pubblico a quella che considerava un’opera immortale. Infatti l’Histoire de ma vie (Storia della mia vita) è una delle opere più importanti per conoscere l’Europa del ‘700 e fece del nome dell’autore l’antonomasia del seduttore e libertino.
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