Il futurismo è stato un movimento letterario, artistico e politico che proponeva una tabula rasa del passato. All’inizio del secolo, fu l’avanguardia più significativa della letteratura italiana. Fondato nel 1909 da Tommaso Marinetti, con manifesti e polemiche cercò di superare le forme espressive tradizionali, con un salto nel futuro, sfruttando la dinamicità di una società resa più “veloce” dalla rivoluzione industriale.
Il primo manifesto fu pubblicato in Italia sulla Gazzetta dell’Emilia e in Francia su Le Figaro. Sosteneva la necessità della lotta (quindi anche della guerra, sola igiene del mondo), quindi la necessaria aggressività che deve avere l’opera d’arte. Nel teatro si promuoveva il teatro dello stupore, il teatro sintetico.
Di fatto, ci fu una commistione fra arte e vita che spesso sfociava in semplice confusione, sottolineata per esempio dall’immediatezza delirante dell’onomatopea; per questo motivo i manifesti rimasero il punto più importante dal punto di vista letterario. Maggiore fortuna ebbe il futurismo nell’arte.
Nato come reazione alla letteratura borghese dell’Ottocento e al dannunzianesimo, il futurismo finì di fatto per essere la parodia dell’opera di D’Annunzio, classico esempio di come gli estremi possano poi convergere.
Il futurismo ebbe politicamente e storicamente un’importanza forse maggiore dei suoi pregi letterari per le manifestazioni interventiste prima dell’entrata in guerra dell’Italia e, successivamente, per il supporto dato agli ideali fascisti.
Da un punto di vista culturale, il futurismo ebbe il merito di mettere in discussione un’arte convenzionale e accademica, ebbe cioè una maggiore forza distruttrice che creatrice. Infatti, le opere di Marinetti, Folgore, Buzzi ecc. appaiono pesantemente retoriche e il futurismo può essere ricordato solo per aver promosso i primi passi di importanti scrittori come Palazzeschi, Bontempelli e Soffici (lo stesso Pirandello utilizzò alcune tecniche del futurismo).

Francobollo svedese dedicato a Boris Pasternak premio Nobel per la letteratura nel 1958; Pasternak dal 1914 fu membro del gruppo di poeti futuristi Centrifuga.
Il futurismo italiano ebbe una certa eco in Russia (con i grandi contributi di Majakovskij e Pasternak e il suo contributo alla Rivoluzione russa) e in Polonia.
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