La Divina Commedia, il poema di Dante Alighieri, probabilmente iniziato nel 1307 e terminato appena prima della morte dell’autore nel 1321, originariamente era intitolato semplicemente Commedia, in contrapposizione al concetto di tragedia, per indicare un genere di vicenda dal principio infelice, ma dalla conclusione positiva, e dallo stile medio-umile.
L’aggettivo divina fu usato per la prima volta dal Boccaccio, appassionato estimatore ed editore di Dante, nella sua biografia di Dante (il cosiddetto Trattatello in laude di Dante), ma solo nel XVII sec. apparve stampato nell’edizione di Ludovico Dolce.
La lunga narrazione è suddivisa in tre sezioni dette cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso), per un totale di 100 canti e circa 14.000 versi, endecasillabi riuniti in terzine a rima incatenata. L’Inferno contiene 34 canti, Purgatorio e Paradiso contengono 33 canti ciascuno.

Dante Alighieri è nato a Firenze nel maggio del 1265 in una famiglia della piccola nobiltà guelfa fiorentina
Il viaggio di Dante viene raccontato con un’efficacia di rappresentazione delle tappe percorse e dei personaggi incontrati da imprimerli in modo indelebile nella mente, anche se il lettore moderno può avere qualche difficoltà a capire la struttura del mondo dell’aldilà immaginato e descritto da Dante, che si basa sulle idee medioevali del sistema tolemaico nel quale la Terra si poneva al centro di tutto. Nonostante questo, la descrizione è così realistica che nell’inconscio collettivo, dopo Dante, è probabilmente difficile immaginare un aldilà strutturato diversamente da come lui l’ha immaginato: un gigantesco imbuto che sprofonda nei pressi di Gerusalemme (Inferno); una montagna che sorge agli antipodi di Gerusalemme (Purgatorio), con in cima il Paradiso Terrestre; un Paradiso distribuito nelle sfere celesti entro una candida rosa.
È un viaggio metaforico che il poeta compie in quanto rappresentante dell’umanità intera in crisi, che deve conoscere e comprendere il male e il peccato in tutta la loro miseria per poi intraprendere un percorso di redenzione.
Il viaggio ideale che l’autore intraprende dura circa una settimana, con inizio nella notte del Venerdì santo dell’8 aprile 1300.
Oltre a comprendere la struttura del mondo e ad avere la visione della condizione delle anime dopo la morte, guidato prima da Virgilio, che lo accompagna per tutti i 9 gironi dell’Inferno e il Purgatorio (2 balzi e 7 cornici), poi da Beatrice nel viaggio attraverso i 9 cieli concentrici del Paradiso, giungerà ad avere la visione di Dio (l’amor che move il sole e l’altre stelle). Nell’ultimo tratto verrà accompagnato da San Bernardo in sostituzione di Beatrice.
Il viaggio iniziato tra gli orrori dell’Inferno, attraverso un percorso di redenzione, sale progressivamente fino alla Verità e alla Luce. Nell’ultimo canto della Commedia (XXXIII del Paradiso) Dante mette sulle labbra di San Bernardo una preghiera alla Vergine che è insieme dichiarazione di fede e rappresenta la sintesi del viaggio ultraterreno.
La Divina Commedia è una summa della cultura occidentale del tempo, un’enciclopedia della scienza, del pensiero e della spiritualità medievali, che trae materiale e ispirazione dalle tradizioni cristiana e classica, ed è concepita per la più vasta diffusione possibile anche fra le classi popolari.
Animata da un’alta coscienza civile, morale e religiosa, la Divina Commedia è l’opera poetica più importante composta in lingua italiana e possiede un’umanità e una bellezza che che per molti studiosi trascendono il tempo nel quale il poema fu creato.