La letteratura tedesca dell’800 vede l’affermazione, come in tutta Europa, del romanticismo, dopo le avvisaglie della fine del secolo precedente. Rimandando all’articolo generale sul romanticismo in letteratura, possiamo anticipare che i maggiori esponenti del romanticismo tedesco furono senza dubbio Friedrich Hölderlin e Novalis.
Dopo i fermenti del primo ventennio del secolo, il clima della Restaurazione creato dal Congresso di Vienna (1815) conduce a un periodo di stagnazione culturale, di immobilismo e ripiegamento su valori consolidati, espressione del rafforzamento della classe borghese, che impone un gusto per la letteratura d’evasione e per una poetica sentimentale incentrata sui limitati confini della tranquilla quotidianità individuale, restia a ogni rinnovamento. Questa produzione letteraria viene definita Biedermeier, nome che deriva da quello di un personaggio comico di un settimanale umoristico, incarnazione della mediocrità piccolo-borghese.
L’età Biedermeier viene animata da un unico movimento innovativo, la Giovane Germania, che riunisce giovani intellettuali insofferenti verso il tradizionalismo culturale e politico imposto dalla Restaurazione, e animati da ideali liberali, che riversano in una fitta produzione di articoli giornalistici, saggi documentaristici, memoriali. L’opera più rappresentativa di questo movimento è però quella poetica di Heinrich Heine, che nel suo Libro dei canti mostra il contrasto delle nuove generazioni di intellettuali fra l’eredità romantica e il suo superamento dissacrante, motivato dalla necessità di rinnovamento dell’immobilismo borghese della cultura tedesca.

Novalis è il creatore del simbolo più emblematico del romanticismo tedesco, il fiore blu, e fra gli autori più noti della letteratura tedesca dell’800
I giovani sperano che le loro aspirazioni liberali trovino realizzazione nei moti rivoluzionari del 1848, che tuttavia si concludono con un nulla di fatto e inducono nella classe intellettuale un atteggiamento di accettazione della realtà. Questo si traduce, nella letteratura tedesca dell’800, nella descrizione realistica di essa: i decenni centrali dell’Ottocento, in Germania e non solo, sono dominati dal realismo, ma quello tedesco si carica di una vena satirica estranea a quello francese o russo, e investe sia la realtà cittadina sia quella rurale (Theodor Storm). Nella seconda metà del secolo il realismo sfocia nel naturalismo, per l’influenza della filosofia positivista, del grande romanzo francese e del rapido sviluppo industriale e urbano della Germania, che richiede una letteratura capace di analizzare “scientificamente” la nuova realtà sociale complessa. Nella cultura tedesca questa corrente artistica ha meno seguito che in quella francese, ma gli esiti migliori del “dramma sociale” di Gerhart Hauptmann valgono a questo autore il premio Nobel per la letteratura all’inizio del Novecento.
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