Johann Wolfgang Goethe è tra i più noti scrittori della letteratura tedesca non solo del suo tempo (tra Sette e Ottocento) ma di tutti i tempi. Eclettico al punto da essere annoverato fra i geni universali (come Leonardo da Vinci), si occupa di poesia, filosofia, arte, musica e scienze, in tutti i campi ad altissimi livelli.
Biografia
Di famiglia agiata, Goethe nasce nel 1749 a Francoforte sul Meno e si dimostra un bambino precoce: già nell’infanzia e nella prima giovinezza impara più lingue, studia le più svariate discipline, compone opere in latino e frequenta il teatro. Dai sedici anni studia giurisprudenza a Lipsia e a Strasburgo e si avvicina al movimento dello Sturm und Drang. Da questo avvicinamento deriva la prima e ricchissima produzione di Goethe, soprattutto liriche, inni alcuni drammi e il romanzo epistolare I dolori del giovane Werther, nel quale trasfigura un’esperienza autobiografica.
Successivamente Goethe si trasferisce a Weimar dove diventa consigliere di Stato e si allontana dallo Sturm und Drang in direzione di una più raffinata reinterpretazione del classicismo, nell’ambito del quale l’autore, lavorando insieme a Friedrich Schiller, porterà la letteratura tedesca al suo periodo aureo.
Ad animare la produzione degli anni di Weimar è anche la parentesi costituita da due anni di viaggi in Italia, che per Goethe saranno di grande ispirazione, sia letteraria che filosofica. Al rientro a Weimar, l’autore riceve l’incarico della direzione del teatro ducale e inizia a dedicarsi anche a scritti di natura scientifica. Morirà proprio a Weimar a ottantatré anni, probabilmente per un attacco cardiaco.

Statua di Goethe a Berlino
Opere
L’opera più nota di Goethe è senza dubbio il romanzo I dolori del giovane Werther, che racconta, attraverso la corrispondenza, la passione infelice di Werther per la giovane Lotte, già promessa a un altro giovane (Albert). Il protagonista si allontana dalla città, ma non riesce ad adattarsi all’ambiente e alle sue convenzioni. Tornato presso Lotte, leggendo con lei una traduzione da Ossian, capisce che Lotte ama ormai Albert. Werther, disperato, si uccide. Il libro esprime l’impossibilità per l’artista, in quanto essere eccezionale, di inserirsi nella società borghese e nelle sue convenzioni. In Italia, il tema verrà ripreso da Ugo Foscolo nel suo romanzo Le ultime lettere di Iacopo Ortis.
Al periodo classicista appartengono l’altro romanzo più noto di questo autore, Le affinità elettive e la seconda edizione del Faust, rielaborato più volte da Goethe nel corso della sua vita rispetto alla prima stesura.
Le affinità elettive ha per soggetto una famiglia che si dissolve per lo sviluppo contemporaneo di due storie d’amore che coinvolgono gli sposi e due giovani loro ospiti, secondo una ricombinazione di rapporti che l’autore assimila a una reazione chimica. Il romanzo si conclude in modo tragico, come era nel gusto del tempo, con la morte di un bambino e quelle di due amanti, a breve distanza l’una dall’altra.
Il Faust è una tragedia in versi (poema tragico) in due parti frutto di elaborazioni e ritocchi successivi protrattisi per circa 50 anni. Protagonista è il dottor Faust, mago e umanista, intorno a cui si svilupparono leggende popolari (Faust vende l’anima al diavolo per soddisfare la sua sete di sapere e la tensione verso l’infinito, le quali rispecchiano le ambizioni dei giovani ribelli). Il personaggio assume connotazioni in parte rinascimentali (razionalismo, vitalismo, ricerca di armonia, interesse per la Grecia classica) e in parte romantiche (tensione verso l’infinito e aspirazione a superare i limiti della conoscenza). Altri personaggi sono Wagner, l’assistente di Faust; Mefistofele, incarnazione dello spirito del male; Margherita, vittima incolpevole del destino; Homunculus, creazione ottenuta per forza di magia; Euforione, figlio di Faust e di Elena; Filemone e Bauci, due vecchi anch’essi vittime del destino. L’azione vera e propria è preceduta da una dedica, da un prologo in teatro e da un prologo in cielo nel quale tra il Signore (che conosce le eccezionali virtù di Faust) e Mefistofele viene definita la scommessa che ha per oggetto l’anima di Faust. L’intreccio è piuttosto complesso e reso unitario unicamente dalla presenza del protagonista e dal motivo conduttore della salvezza o rovina della sua anima.
L’opera contiene una ricchezza di motivi, immagini e simboli e riferimenti da lasciare attonito anche il lettore moderno più smaliziato. Goethe vi ha trasfuso tutta la ricerca romantica di elevazione verso l’infinito, il desiderio di varcare i limiti dell’umano, la lotta continua che l’uomo è costretto a sostenere per superare le catene che lo tengono legato alla terra, la funzione svolta in questo processo dall’arte, dalla bellezza, dall’eterno femminino (la femminilità nella sua essenza immutabile).
Nella propria concezione classica dell’arte, Goethe fa confluire l’importanza della natura per l’uomo sensibile, tipica dello Sturm und Drang: l’arte si deve porre in continuità con la natura, non nel senso che la debba imitare, come sostenevano i classicisti tradizionali, ma nel senso che deve riprodurre a un livello più alto il simbolismo insito nella natura, con cui essa rimanda all’essenza delle cose.
La lingua di Goethe è considerata di efficacia e di perfezione insuperata.
Goethe – Frasi celebri
La vendetta più crudele è il disprezzo di ogni vendetta possibile.
Pensare è facile, agire è difficile, e mettere i propri pensieri in pratica è la cosa più difficile del mondo.
Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole.
Felice colui che riconosce in tempo che i suoi desideri non vanno d’accordo con le sue disponibilità.
Come raggiungere un traguardo? Senza fretta ma senza sosta.
Un grande errore è quello di credersi più di ciò che si è e stimarsi meno di ciò che si vale.
Quelli che non sperano in un’altra vita sono morti perfino in questa.
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