Friedrich Schiller è un poeta e drammaturgo tedesco della seconda metà del Settecento che, come Goethe, fa il suo esordio nell’ambito dello Sturm und Drang. Il dramma che lo rende noto, I masnadieri, è incentrato sul tema della tirannide e sulla rivolta dell’individuo contro le ingiustizie della società, temi tipici di quel movimento culturale. Per tutta la vita, oltre che al teatro, Schiller si dedica a scritti estetici ed etico-filosofici, nei quali sottolinea il fine educativo e morale dell’arte e la necessità di un’idea del bello che non sia puramente soggettiva, ma abbia una valenza etica universale.
Biografia
Schiller nasce nel 1759 a Marbach am Neckar, presso Stoccarda, e riceve un’educazione classica perché il padre vorrebbe che diventasse pastore, ma non appena conosce il teatro se ne appassiona. Il duca del ducato dove risiedeva la famiglia Schiller, però, decide di fondare un’accademia militare per gli studenti più promettenti della zona e obbliga Friedrich a iscriversi. Il giovane Schiller, perciò, sceglie di studiare legge e trascorre alcuni anni tra le regole rigidissime dell’accademia. Quando la scuola si trasferisce a Stoccarda e apre la facoltà di medicina, Schiller passa a quest’ultima da legge. Nel frattempo continua a scrivere e dopo alcuni di anni di esercizio della professione di medico al termine degli studi, abbandona il lavoro per dedicarsi alla poesia. Dopo la pubblicazione in autonomia del dramma I masnadieri, ottiene il successo ma è costretto a fuggire da Stoccarda per evitare le ire del duca.
Inizia quindi a viaggiare, conosce Goethe, grazie al quale ottiene una cattedra d’insegnamento, e si sposa: trova la stabilità per portaer avanti la propria carriera letteraria, che sarà costellata di successi. Carriera stroncata nel 1805 dalla tubercolosi, che gli sarà fatale.

Monumento a Schiller (a destra) e Goethe (a sinistra): i due sono prima rivali, poi amici, e insieme fondano il classicismo tedesco
Opere
L’amicizia e la collaborazione con Goethe e lo studio di Kant portano Schiller verso il classicismo, pur con sfumature di realismo romantico. Con il saggio Sulla poesia ingenua e sentimentale, Schiller propone una distinzione fondamentale tra poesia ingenua e poesia sentimentale. Ingenua è la poesia degli antichi, nata a diretto contatto con la natura, oggettiva e impersonale, dai lineamenti precisi e definiti; sentimentale è la poesia propria dei moderni, basata sulla frattura tra l’io e gli oggetti, tra l’ideale e il reale, riflessiva, dai contorni indefiniti che l’avvicinano alla musica.
Dopo il dramma d’esordio, libertà e tirannide tornano anche nell’oscura tragedia Don Carlos, mentre nel teatro classico della maturità (Guglielmo Tell), dopo l’incontro con Goethe a Weimar, il tema della libertà viene affrontato nell’ottica della collettività, non dell’individuo solo contro la società. Punto di svolta verso il classicismo è considerato, in realtà, non un dramma, ma il celebre inno Alla gioia (An die Freude).
Frasi celebri
Sii fedele ai sogni della tua giovinezza.
La vita è solo errore, / E la morte è conoscenza.
Le grandi anime sopportano in silenzio.
I sentimenti ci nobilitano, non l’opinione del mondo.
Ciò che uno rifiuta in un minuto non glielo restituisce l’eternità.
Chi non osa nulla, non speri in nulla.
Uno scherzo perde in efficacia quando chi lo fa è anche il primo a ridere.
È criminale rubare una borsa, audace rubare una fortuna, segno di grandezza rubare una corona. Il biasimo diminuisce mentre la colpa aumenta.
Indice materie – Letteratura tedesca – Friedrich Schiller