Il Faust è l’opera a cui l’autore tedesco Johann Wolfgang Goethe lavora per quasi tutta la vita (dal 1772 al 1832), apportando aggiunte e modifiche per sessant’anni a questo dramma in versi destinata a un grande successo. Il personaggio del dottor Faust, già presente nella tradizione popolare tedesca, entra con Goethe nell’immaginario collettivo di tutta Europa e oltre. La testimonianza scritta più antica di questa storia è un testo in latino di un autore tedesco, a cui si ispira l’inglese Christopher Marlowe per la sua Tragica storia del Dottor Faustus, a cui a sua volta si ispira Goethe dopo averne visto una rappresentazione teatrale circa un secolo dopo.
La prima stesura dell’opera prende il nome di Urfaust (letteralmente “Faust originario) e riflette l’adesione di Goethe allo Sturm und Drang; segue Faust. Erster teil (Prima parte), già nell’ambito del classicismo, con modifiche e aggiunte all’Urfaust, e infine Faust. Zweiter teil (Seconda parte), che completa la storia.
Riassunto
Dopo un prologo metanarrativo sul teatro, la storia prende avvio con un secondo prologo in cui Mefistofele vuole scommettere con Dio di riuscire a portare nel peccato e dalla propria parte il medico e teologo Faust. L’uomo, infatti, è tormentato dall’impossibilità di soddisfare appieno la sua sete di conoscenza nei confini ristretti di quanto può concepire la mente umana, nemmeno dedicandosi alla magia. La noia e il peso dell’esistenza lo spingono sull’orlo del suicidio. Mefistofele gli appare e gli propone una scommessa: per un determinato periodo metterà al suo servizio i propri poteri magici e se riuscirà a far sperimentare a Faust tanta felicità e appagamento che vorrà fermare il tempo in quell’attimo, prenderà la sua anima, che sarà dannata per sempre. Faust firma il patto con il sangue.
Mefistofele fa sperimentare a Faust l’ebbrezza di una vita dissoluta e del ritorno alla giovinezza, ma non può offrirgli l’amore, che è un sentimento troppo puro per il diavolo. Il dottore, infatti, si innamora di Margherita, donna innocente, e Mefistofele riesce a farli stare insieme, ma con un esito tragico: Margherita rimane incinta ed è così disonorata, sua madre e suo fratello muoiono e lei, folle di dolore, uccide il bambino appena nato e subisce la pena di morte. Dio, però, le dona la salvezza.

Scultura ispirata a Mefistofele e Faust a Lipsia
Nella seconda parte, Mefistofele introduce Faust alle gioie del potere e della ricchezza, ma anche queste non lo soddisfano e lo conducono a una vecchiaia piena di rimorsi. A quel punto il dottore immagina qualcosa che veramente gli farebbe desiderare di fermare il tempo, vedere un popolo libero e impegnato a lavorare per la felicità di tutti, ma quando pronuncia questa riflessione ad alta voce, Mefistofele lo fraintende e crede che abbia finalmente espresso l’appagamento totale che doveva segnare la sua dannazione. Faust quindi muore, ma invece che all’inferno va in paradiso: Dio gli concede la grazia per la sua tensione costante verso il bene e l’infinito.
Personaggi
Dio
Mefistofele, il diavolo
Faust, medico e teologo
Wagner, assistente di Faust
Margherita, giovane modesta
Madre e fratello di Margherita
Marta, vicina di casa di Margherita
Elena di Troia
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