The rime of the ancient mariner (La ballata del vecchio marinaio) è una ballata del poeta inglese Coleridge pubblicata nel 1798 nella raccolta Lyrical Ballads. La poesia narra le vicende accadute a un marinaio che uccise un albatros senza motivo, attirando maledizioni sulla sua nave.
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Samuel Taylor Coleridge fu un poeta e filosofo inglese considerato tra i fondatori del Romanticismo inglese.
Riassunto (Summary)
All’inizio della poesia The rime of the ancient mariner un vecchio marinaio si imbatte in tre giovani diretti a una festa di nozze e ne ferma uno per raccontargli la propria storia. Lui non vorrebbe fermarsi, ma gli occhi ardenti del marinaio lo bloccano. Questa è la cornice della storia vera e propria narrata dalla ballata: tempo prima, una tempesta aveva spinto la nave del marinaio verso il Polo Sud e tutto l’equipaggio temeva di rimanere bloccato fra i ghiacci; un albatros andò a posarsi sulla nave e i marinai lo nutrirono e trattarono con rispetto, perché era simbolo di buona sorte, infatti pian piano cominciò a soffiare un vento favorevole alla nave. Un giorno però il vecchio marinaio protagonista uccide l’albatros, senza alcuna apparente motivazione.
Quando il vento si ferma definitivamente e la nave resta bloccata, con mostri che le girano intorno, l’equipaggio rimprovera il marinaio per l’uccisione, che ha attirato una maledizione, e gli appende al collo il cadavere dell’albatros.
All’improvviso compare una nave fantasma con due passeggeri, uno scheletro e una donna: sono rispettivamente la Morte e la Vita-in-Morte che si stanno giocando a dadi il destino dell’equipaggio. La Morte vince la vita di tutto l’equipaggio, la Vita-in-Morte vince il destino del vecchio marinaio: tutti muoiono a poco a poco tranne lui. Il vecchio marinaio rimane solo perseguitato dagli occhi dei compagni morti.
Dopo sette giorni e sette notti di sofferenza e solitudine, il vecchio marinaio vede la nave circondata da serpenti marini ma invece che averne paura, ne è affascinato, perché sono le prime creature viventi che vede da giorni. Per questo inizia a pregare e le benedice, ottenendo da Dio la fine della maledizione che lo opprimeva. Come segno della fine della maledizione, l’albatros che aveva appeso al collo si stacca e cade in mare.
La nave riprende a muoversi e l’equipaggio è sostituito da spiriti angelici che entrano nei corpi dei marinai morti e guidano l’imbarcazione di nuovo verso l’Inghilterra. Per punizione, però, la nave viaggia a una velocità insopportabile per un essere umano e il marinaio perde i sensi.
Una volta arrivato in patria, il vecchio marinaio inizia a raccontare la propria storia a un eremita e, da quel momento, per espiare il suo peccato e liberarsi dall’angoscia, dovrà raccontare la sua storia alle persone che incontra per insegnare agli altri a rispettare tutte le creature di Dio.
Il testo completo di The rime of the ancient mariner si può trovare a questo link, insieme alla traduzione.

A Watchet, nel Somerset (Inghilterra) è stata dedicata una statua al vecchio marinaio di Coleridge
Analisi (Analysis)
La poesia The rime of the ancient mariner è una ballata, una forma poetica di origine medievale e popolare, dal ritmo cantilenante, di cui Coleridge riprende la caratteristica di presentare elementi magici o soprannaturali e di narrare in prima persona. Questa ballata è composta da sette parti con quartine o sestine di versi rimati secondo lo schema ABCB.
La poesia inizia in un mondo che sembra reale, “normale”, descritto nei suoi aspetti concreti (il paesaggio, la nave): ma pian piano emergono elementi prima solo strani, poi inquietanti e soprannaturali, che trasportano l’ascoltatore del vecchio marinaio, e quindi il lettore, in un mondo fantastico e oscuro. Compaiono quindi personaggi e creature misteriosi e simbolici, primo fra tutti l’albatros, uccello sacro per molte religioni e simbolo del rapporto fra uomo e natura. Per questo il vecchio marinaio, uccidendolo, compie un gesto terribile e si macchia di una colpa che si riflette su tutti gli uomini: un peccato contro la natura è un peccato contro Dio. Da questo punto di vista quindi la storia è un insegnamento morale per tutti gli uomini.
Alcuni però interpretano la vicenda anche come una metafora del lavoro letterario: l’artista, deluso dalla realtà, si rifugia nell’immaginazione e dopo aver vissuto esperienze straordinarie e dolorose grazie a essa capisce che il proprio destino è raccontare.