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Kubla Khan

Kubla Khan è un poemetto incompiuto del poeta inglese Coleridge, composto nel 1797 e pubblicato per la prima volta nel 1816. L’autore, nella prefazione, afferma che quest’opera è il frutto di una visione notturna indotta dall’oppio dopo la lettura di un testo sul palazzo dell’imperatore mongolo Kublai Khan. Sempre secondo Coleridge, il testo però è incompiuto perché l’autore fu interrotto nella stesura da una visita inaspettata e si dimenticò poi la continuazione del sogno. Il lavoro di Coleridge fu pubblicato solo nel 1816 dietro l’insistenza di George Gordon Byron. Il testo di Kubla Khan è composto da 54 versi del tipo pentametro giambico, rimati in maniera irregolare.

In questa pagina…

  • Testo inglese
  • Traduzione
  • Analisi
Kubla Khan

Kubla Khan fu pubblicata per volere del poeta Lord Byron molti anni dopo la sua composizione

Testo inglese

  • In Xanadu did Kubla Khan
  • A stately pleasure-dome decree:
  • Where Alph, the sacred river, ran
  • Through caverns measureless to man
  • Down to a sunless sea. 5
  • So twice five miles of fertile ground
  • With walls and towers were girdled round:
  • And there were gardens bright with sinuous rills,
  • Where blossomed many an incense-bearing tree;
  • And here were forests ancient as the hills, 10
  • Enfolding sunny spots of greenery.
  • But oh! that deep romantic chasm which slanted
  • Down the green hill athwart a cedarn cover!
  • A savage place! as holy and enchanted
  • As e’er beneath a waning moon was haunted 15
  • By woman wailing for her demon-lover!
  • And from this chasm, with ceaseless turmoil seething,
  • As if this earth in fast thick pants were breathing,
  • A mighty fountain momently was forced:
  • Amid whose swift half-intermitted burst 20
  • Huge fragments vaulted like rebounding hail,
  • Or chaffy grain beneath the thresher’s flail:
  • And ‘mid these dancing rocks at once and ever
  • It flung up momently the sacred river.
  • Five miles meandering with a mazy motion 25
  • Through wood and dale the sacred river ran,
  • Then reached the caverns measureless to man,
  • And sank in tumult to a lifeless ocean:
  • And ‘mid this tumult Kubla heard from far
  • Ancestral voices prophesying war! 30
  • The shadow of the dome of pleasure
  • Floated midway on the waves;
  • Where was heard the mingled measure
  • From the fountain and the caves.
  • It was a miracle of rare device, 35
  • A sunny pleasure-dome with caves of ice!
  • A damsel with a dulcimer
  • In a vision once I saw:
  • It was an Abyssinian maid,
  • And on her dulcimer she played, 40
  • Singing of Mount Abora.
  • Could I revive within me
  • Her symphony and song,
  • To such a deep delight ‘twould win me
  • That with music loud and long 45
  • I would build that dome in air,
  • That sunny dome! those caves of ice!
  • And all who heard should see them there,
  • And all should cry, Beware! Beware!
  • His flashing eyes, his floating hair! 50
  • Weave a circle round him thrice,
  • And close your eyes with holy dread,
  • For he on honey-dew hath fed
  • And drunk the milk of Paradise.
Samuel Taylor Coleridge

Samuel Taylor Coleridge fu un poeta e filosofo inglese considerato tra i fondatori del Romanticismo inglese.

Traduzione

  • Kubla Khan a Xanadu
  • Un palazzo di piaceri fece fabbricare:
  • Dove Alfeo, sacro fiume, verso un mare
  • Senza sole fluiva giù
  • attraverso caverne che l’uomo non può misurare.
  • Così due volte cinque miglia di fertile suolo
  • Furono cinte con torri e mura;
  • C’erano giardini luccicanti con ruscelli sinuosi,
  • dove fiorivano molti alberi da incenso;
  • C’erano boschi antichi come le colline
  • Che avvolgono assolate macchie di vegetazione.
  • Ah quel romantico abisso che sprofondava
  • Giù per la verde collina in un bosco di cedri!
  • Luogo selvaggio! Così sacro e fatato
  • Quale fu mai visitato a luna calante
  • Da una donna in sospiri per il suo dèmone amante!
  • E da questo abisso, fremente in continuo tumulto,
  • come se questa terra stesse respirando con forti e veloci ansiti,
  • Una possente fontana d’un tratto sprizzò:
  • E tra i suoi scrosci semi-intermittenti
  • volteggiavano enormi frammenti come di rimbalzante grandine
  • O come pula di grano sotto la sferza del battitore:
  • E tra queste rocce rimbalzanti repentine e continue
  • Il fiume sacro sussultava a tratti.
  • Per cinque miglia serpeggiando con un tortuoso movimento
  • Scorreva fiume sacro fra il bosco e la valle,
  • raggiungeva le caverne smisurate per l’uomo,
  • Poi sfociava in tumulto in un oceano senza vita:
  • E nel tumulto Kubla udì da lontano
  • Voci ancestrali che profetizzavano guerra!
  • L’ombra del palazzo di piaceri
  • Fluttuava in mezzo alle onde,
  • Dove si udiva un suono misto
  • Della fontana e delle grotte.
  • Era un miracolo di rara maestria:
  • Un palazzo soleggiato con caverne di ghiaccio!
  • Una fanciulla con un dulcimer
  • Io vidi una volta in una visione:
  • Era una giovane abissina
  • E col suo dulcimer suonava,
  • Del Monte Abora cantava.
  • Potessi in me rivivere
  • Quel suo canto e melodia,
  • a una tale e profonda delizia mi vincerebbe
  • con la musica forte e lunga,
  • anch’io fabbricherei quel palazzo nell’aria,
  • quel palazzo soleggiato! Quelle caverne di ghiaccio!
  • E ognuno che ascoltasse li vedrebbe lì,
  • Tutti griderebbero: attenti! Attenti!
  • I suoi occhi lampeggianti, le sue chiome fluenti!
  • Fagli tre volte intorno un cerchio,
  • Chiudi gli occhi con santo timore,
  • Perché con rugiada di miele fu nutrito
  • E bevve il latte del paradiso.
Kubla Khan

La carica di Khan era la più alta in Mongolia

Analisi (Analysis)

L’opera è incompiuta, perciò non ha una trama definita. I primi versi fanno riferimento a un palazzo dedicato ai piaceri edificato per l’imperatore Kublai Khan (nipote di Gengis Khan) a Xanadu, capitale del regno mongolo.

Più che il palazzo, però, Coleridge descrive il paesaggio che lo circonda: fiumi, grotte sotterranee, giardini, boschi, fontane, una distesa che sembra infinita in cui convivono il sole e il gelo, il sopra e il sotto, il bello e il terribile, come è tipico dell’estetica del romanticismo. In questo stile letterario rientra la rappresentazione di scenari “sublimi”: selvaggi, vasti, imponenti, in cui la natura si manifesta in tutta la propria bellezza e potenza e l’uomo può solo cercare di integrarvisi. Anche l’esotismo, inteso come il gusto per culture e luoghi lontani dall’Europa, è tipico degli intellettuali romantici.

Le immagini dei diversi elementi del paesaggio si susseguono rapide senza precisi collegamenti fra loro, proprio come in un sogno (e infatti Coleridge dà come secondo titolo al poema Visione in un sogno).

La descrizione si interrompe improvvisamente nella seconda parte del poemetto, quando il poeta passa a parlare in prima persona dell’incontro con la fanciulla abissina: molti critici la identificano con una personificazione della memoria e dell’ispirazione, che permetteranno al poeta di ricordare il suo sogno visionario e metterlo in versi per gli altri uomini. In quest’ottica, il palazzo di delizie è messo in parallelismo con la poesia stessa. Il riconoscimento di un poeta, negli ultimi versi del poemetto, genera negli uomini soggezione e rispetto.

 

Indice materie – Letteratura inglese

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