Il giardino dei ciliegi è l’ultima opera teatrale dello scrittore russo A. P. Čechov e una delle più note insieme a Il gabbiano, Zio Vania e Le tre sorelle. La prima rappresentazione, nel 1904 a Mosca, precede di soli sei mesi la morte dell’autore. Si tratta di un’opera di duplice natura, comica e tragica: Cechov la scrive come commedia, ma i registi che la mettono in scena per la prima volta la rappresentano come una tragedia, e da quel momento rimane la consuetudine. In essa si riflettono alcune esperienza personali di Cechov, come la truffa immobiliare che coinvolse sua madre quando lui era ragazzo e il giardino di ciliegi che pianta in una delle case dove vive e che poi viene sradicato.
Riassunto
Il drammaè diviso in 4 atti. Il giardino, che trae il nome da rigogliose piante di ciliegio che vi crescono, è il simbolo del destino inevitabile di una famiglia. Per pagare i debiti contratti dalla proprietaria, Ljuba, il terreno sarà messo all’asta e acquistato da Lopachin, figlio arricchito di uno dei servi. La prima azione decisa dal nuovo proprietario sarà l’abbattimento dei ciliegi, cupo segno della brutalità dei nuovi ricchi. La famiglia si divide tra chi finge che nulla stia succedendo e chi vuole andarsene e lasciarsi alle spalle il destino della casa piena di ricordi. La figlia adottiva di Ljuba, Varja, spera di ricevere una proposta di matrimonio da Lopachin in modo da salvare la proprietà, ma alla fine di tutto, quando sembra che stia per succedere, lui si tira indietro. Il finale è la disgregazione della famiglia e la morte delle speranze, la fine di un’epoca per i protagonisti: l’innesco è da ricercare nell’emancipazione degli schiavi concessa dall’imperatore nel 1861, che aveva indebolito e impoverito molto gli aristocratici, spesso incapaci di gestire da soli le proprietà.

Il giardino dei ciliegi richiama, fra le altre cose, un episodio della vita di Cechov, che in una casa fuori Mosca piantò personalmente un giardino di ciliegi che poi fu abbattuto dal successivo proprietario del terreno
Personaggi
Ljuba, proprietaria terriera di antica nobiltà ma ormai priva di mezzi
Anja, figlia di Ljuba
Varja, figlia adottiva di Ljuba
Lopachin, mercante e figlio di un servo di Ljuba
Dunjaša, governante della famiglia
Epichodov, contabile della famiglia
Firs, vecchio servitore rimasto nella proprietà dopo la liberazione
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