Gaio Sallustio Crispo è il primo grande storico romano, vissuto in età repubblicana (I secolo a.C). Noto sostenitore di Cesare, è una figura controversa per la sua condotta politica e morale che gli causa l’allontanamento dalle cariche. Le sue azioni, infatti, contrastano con il rigore morale e gli ideali etici espressi nelle sue opere, scritte successivamente al ritiro dalla vita pubblica.
Attraverso l’analisi storica, Sallustio si propone di fornire agli uomini politici un mezzo di comprensione della corruzione sociale. Per questo egli sceglie, per primo, il genere monografico, che prevede l’indagine di una singola situazione emblematica da cui si possono ricavare considerazioni generali. Ben riuscita è in particolare la monografia De Catilinae coniuratione (La congiura di Catilina), che ripercorre la rivolta di Catilina, nobile decaduto, e dei suoi sostenitori contro le istituzioni repubblicane, sintomatica della corruzione dei costumi e della crisi politico-sociale: l’indagine si concentra sulle cause morali e storiche della congiura e sull’analisi psicologica dei protagonisti, creando ritratti molto vividi.
Sallustio – Vita
Sallustio nasce nel Sannio, in particolare nell’area dell’odierno Abruzzo, intorno ai primi di ottobre dell’86 a.C. in una famiglia della nobiltà provinciale che poi si trasferisce a Roma, permettendo al figlio di dedicarsi alla carriera politica. Si schiera con Cesare e fa una carriera molto rapida fino a che non viene estromesso dal suo ruolo di console dal Senato per “indegnità morale”, accusato di adulterio. Non si sa se sia vero o se sia stata una strategia politica. Dopo l’espulsione dalle cariche pubbliche si reca a combattere in prima linea con Cesare, che lo ricompensa reintegrandolo nella politica. Sallustio, però, si macchia di gravi abitudini di corruzione, al punto che alla fine decide o gli viene imposto di ritirarsi a vita privata alla morte del suo protettore Cesare nel 44 a.C.
A questo punto Sallustio si dedica finalmente alla scrittura delle sue opere storiche, ma non riuscirà a completare tutti i suoi progetti prima della morte, avvenuta intorno al 34 a.C.

Sallustio basa la morale delle sue opere sul concetto di virtus, l’insieme di qualità dei costumi romani che la corruzione rischia di far smarrire
Opere
Sallustio è il primo storico a produrre opere storiografiche di tipo monografico, cioè incentrate su singoli episodi storici più o meno ampi. Le due opere complete sono il De Catilinae coniuratione (La congiura di Catilina) e il Bellum Iugurthinum (La guerra contro Giugurta), mentre le Historiae (Storie) sono rimaste incompiute alla sua morte. Le caratteristiche della scrittura di Sallustio che emergono in tutte le sue opere sono l’approfondimento della psicologia dei protagonisti della storia, il tono moralista e lo stile conciso e potente.
Il De Catilinae coniuratione ricostruisce la congiura ordita nel 62 a.C. dal nobile decaduto Catilina, insieme ad altri congiurati, per compiere un colpo di Stato. Sallustio compie innanzitutto una descrizione fisica e psicologica molto accurata del protagonista, rendendolo una figura imponente e terribile nel suo ruolo, e cerca di ricostruire le cause del comportamento di ogni persona coinvolta.
Il Bellum Iugurthinum, invece, racconta la guerra combattuta dai romani contro Giugurta, il re africano di Numidia, dal 110 a.C. In quest’opera, Sallustio analizza attentamente le strategie politiche e militari e sottolinea come la corruzione del ceto nobiliare abbia reso molto più lunga e complicata quella guerra.
Le Historiae, infine, nel progetto di Sallustio dovevano raccontare la storia di Roma dalla morte del dittatore Silla (78 a.C.) alla campagna di Pompeo contro i pirati (67 a.C): lo storico considerava questo periodo fondamentale per il progressivo dilagare della corruzione a Roma e della degenerazione delle istituzioni.
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