Quintiliano è un oratore romano celebre per essere diventato il primo maestro di retorica stipendiato dallo Stato, su incarico dell’imperatore Vespasiano. La sua esperienza è raccolta nella sua opera principale, l’Institutio oratoria. Oltre alle sue nozioni di retorica, quindi, è una figura importante per i suoi scritti di pedagogia, che ci danno informazioni preziose sulla mentalità del tempo.
Quintiliano – Vita
Quintiliano nasce nel 35 d.C. a Calahorra, nella Spagna settentrionale, ma si trasferisce giovanissimo a Roma, dove studia retorica. Al termine degli studi, torna in Spagna e insegna retorica, fino a che l’imperatore Galba non lo richiama a Roma come avvocato e oratore. Parallelamente, Quintiliano apre la propria scuola di retorica, che poi l’imperatore Vespasiano renderà scuola pubblica, stabilendo uno stipendio per il maestro, caso unico fino a quel momento nella storia romana. L’imperatore Domiziano, successivamente, gli assegnerà l’educazione dei propri nipoti, designati alla successione.
Solo dopo aver lasciato l’insegnamento, Quintiliano inizia a dedicarsi alla scrittura: dopo vent’anni come docente, si ritira dalla vita pubblica e decide di mettere per iscritto il frutto della sua lunga esperienza. Muore nel 96 d.C. a Roma.

Per Quintiliano l’oratore perfetto deve avere una funzione civile e non essere asservito al potere
Institutio oratoria
Quintiliano preferisce non pubblicare le proprie orazioni, che quindi sono andate perdute, seppure ne resti traccia nell’ammirazione con cui ne parlano i contemporanei. Un trattato sulle cause della decadenza dell’arte oratoria affronta un tema caldo in quegli anni a Roma, ma è perduto anch’esso. Alcuni concetti si ritrovano però nell’opera fondamentale di questo autore, l’Institutio oratoria, che già nel titolo evidenzia il proprio scopo, infatti significa “la formazione dell’oratore”.
Questo trattato illustra nel dettaglio gli elementi e le fasi indispensabili dell’istruzione retorica di un giovane, partendo dall’infanzia per percorrere tutte le fasi dell’educazione. Il modo in cui un giovane viene cresciuto sin dalla tenera età e la sua istruzione elementare, infatti, sono passaggi fondamentali per la formazione di un buon oratore.
Il manuale, perciò, non contiene solo nozioni tecniche sull’arte della retorica, ma anche indicazioni pedagogiche e di metodo più generali. Per certi aspetti Quintiliano propone un modello educativo non tradizionale: per esempio rifiuta le punizioni corporali e considera fondamentali i rapporti umani e le inclinazioni del singolo giovane. Non mancano anche riflessioni filosofiche: la perfezione morale è per Quintiliano un requisito indispensabile del buon oratore, sulla base dei principi dello stoicismo.
Solo dal terzo libro in poi il maestro entra nel dettaglio sulle tecniche dell’oratoria, soffermandosi su ciascuno dei cinque elementi fondamentali di una buona oratoria: inventio (ricerca degli argomenti), dispositio (struttura dell’argomentazione), elocutio (stile), memoria (memorizzazione del discorso), actio (gestualità e pronuncia).
Quintiliano considera il proprio modello Cicerone, mentre non approva l’eloquenza di Seneca.
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