Il commediografo Tito Maccio Plauto è il primo autore dell’età repubblicana di cui ci siano giunti testi completi. Le commedie plautine devono il loro grande successo alla loro originalità: esse infatti mescolano ai soggetti dei modelli greci molti riferimenti al mondo romano. L’impronta tipicamente plautina si individua poi nella lingua colorita e popolaresca e negli scherzi linguistici buffoneschi. Equivoci, scambi di persona, amori contrastati, intrighi orditi da servi astuti sono le situazioni che animano gli stereotipati intrecci plautini, che si differenziano più che altro per la varietà degli effetti comici, obiettivo principale dell’autore, disinteressato invece a trasmettere messaggi etici o politici.
Plauto – Vita
Plauto visse tra il III e il II secolo a.C ed era originario degli Appennini umbri, come testimonia il suo cognome, tipicamente umbro. Non era perciò un cittadino romano, tuttavia era un cittadino italico libero. Poiché non era nobile, Plauto in origine non aveva due cognomi: Maccio non è il riferimento alla stirpe di appartenenza, bensì un rimando al nome Macco, un personaggio dell’atellana, la tipica farsa italica, che il commediografo adottò come emblema del proprio mestiere. Solo la data di morte è certa della sua biografia: il 184 a.C.

Plauto fu esponente del genere teatrale della palliata, la commedia di argomento greco in ambiente romano
Opere
Il successo di Plauto fu tale che dopo la sua morte molti usarono il suo nome per far circolare le proprie commedie: più di 130 portarono il suo nome, ma i filologi ne riconobbero come originali di Plauto solo 21, che sono giunte fino a noi di trascrizione in trascrizione. Ecco l’elenco completo delle commedie di Plauto:
- Amphitruo (Anfitrione)
- Asinaria (La commedia degli asini)
- Aulularia (La commedia della pentola)
- Bacchides (Le Bacchidi)
- Captivi (I prigionieri)
- Casina (La ragazza del caso)
- Cistellaria (La commedia della cesta)
- Curculio (Gorgoglione)
- Epidicus (Epidico)
- Menaechmi (I Menecmi)
- Mercator (Il mercante)
- Miles gloriosus (Il soldato fanfarone)
- Mostellaria (La commedia del fantasma)
- Persa (Il persiano)
- Poenulus (Il cartaginese)
- Pseudolus (Pseudolo)
- Rudens (La gomena)
- Stichus (Stico)
- Trinummus (Le tre monete)
- Truculentus (Lo zoticone)
- Vidularia (La commedia del baule)
Tra le più famose c’è Anfitrione, l’unica di soggetto mitologico, in cui Giove impersona Anfitrione, signore di Tebe, per giacere con sua moglie mentre lui è in guerra, in una commedia basata sugli scambi di persona.
L’Aulularia, invece, ha come protagonista un avaro che ha il terrore che qualcuno gli rubi la pentola piena d’oro sepolta nel suo giardino e sospetta di chiunque intorno a lui.
Un’altra commedia tra le più divertenti di Plauto è la Casina, che ha come protagonista una ragazza trovatella contesa da un vecchio senza scrupoli morali e da suo figlio, realmente innamorato di lei. Il vecchio escogita un piano per far sposare la ragazza a un fattore e poi costringerlo a concedergliela, ma viene beffato con una sostituzione di persona e la ragazza riesce a sposare il giovane.
La commedia I Menecmi è importante perché fu il modello di tutte le successive “commedie degli equivoci”, un genere di grande successo: i protagonisti sono due fratelli identici separati alla nascita, che quando si trovano nella stessa città danno avvio a una serie di equivoci esilaranti.
Infine, la commedia del Miles gloriosus è uno dei capolavori di Plauto che presenta la figura tipo del servo astuto, presente in moltissime commedie moderne, che aiuta un giovane a liberare la propria innamorata rapida da un goffo soldato.
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