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Ovidio

Ovidio è il più grande rinnovatore della poesia elegiaca dell’età augustea. Frequenta la corte di Augusto e scrive poesie di argomento per lo più amoroso/erotico e mitologico. Le sue opere saranno di ispirazione per moltissimi scrittori successivi e anche per pittori e scultori, grazie alla vividezza e alla potenza delle sue immagini mitiche.

Ovidio – Vita

Ovidio nasce a Sulmona (Abruzzo) nel 43 a.C. e si trasferisce a Roma per frequentare le scuole più prestigiose; poi, come tutti i giovani facoltosi, completa la propria formazione con un viaggio in Grecia e in Asia minore.

Al suo ritorno, Ovidio sceglie di evitare la carriera politica per dedicarsi completamente alla poesia e alla vita mondana. Le sue prime opere di successo sono proprio espressione degli ambienti più raffinati ed eleganti della città, dei loro gusti, ideali e passatempi, primo fra tutti l’amore, vissuto come gioco galante più che come passione lacerante.

Poco dopo la pubblicazione della sua opera più importante, le Metamorfosi, la vita di Ovidio cambia radicalmente: Augusto impone al poeta l’esilio a Tomi, località barbara, isolata e inospitale sul Mar Nero. Le cause di questa condanna senza processo sono incerte: le accuse di immoralità ed eccessivo disimpegno ideologico delle opere di Ovidio si uniscono al sospetto coinvolgimento del poeta in uno scandalo riguardante una nipote di Augusto.

L’amarezza e la disperazione in cui Ovidio cade durante l’esilio si riflettono nel brusco cambiamento delle sue opere, elegie malinconiche di rimpianto e nostalgia, e nelle lettere dirette alla moglie e agli amici, nelle quali lamenta la propria condizione e chiede di cercare una mediazione presso Augusto, inutilmente. Infatti, dopo quasi dieci anni di esilio a Tomi, Ovidio è destinato a morire e a esservi sepolto.

storia della letteratura latina ovidio

Statua di Ovidio, simbolo della città di Sulmona

Opere

L’ampia produzione letteraria di Ovidio cambia passando dalle opere giovanili a quelle della maturità e infine a quelle dell’esilio.

La sua prima raccolta di elegie, Amores, ripercorre e rivisita tutti i motivi ricorrenti delle frivole avventure amorose dell’alta società. Con la raccolta successiva, Heroides, Ovidio introduce nel genere elegiaco un’originale novità: voce di ciascuna elegia è un’eroina del mito (Penelope, Didone ecc.) che scrive una lettera al proprio marito o amante lontano, esprimendo sentimenti totalmente umani, che rivelano un approfondimento accurato della psicologia femminile da parte dell’autore.

Successivamente Ovidio realizza una raccolta di elegie didascaliche con tutti i precetti fondamentali per diventare esperti dell'”arte di amare”, Ars amatoria. Una particolarità della raccolta è che essa è suddivisa in una parte dedicata agli uomini e una dedicata alle donne, che per la sua spregiudicatezza e malizia suscita grande scandalo. Non era mai successo prima, infatti, che un poeta adottasse il punto di vista femminile, per di più con una tale schiettezza. Successivamente scrive addirittura un’operetta sui cosmetici femminili, intitolata Medicamina faciei femineae.

Ovidio consiglia sempre di non innamorarsi, ma di vivere l’amore come un gioco: per coloro che non ci riescono, compone i Remedia amoris, versi che suggeriscono come resistere all’amore o liberarsene.

Il poeta dell’amore imprime poi una svolta alla sua produzione, in una direzione più impegnata, con le Metamorfosi (i Metamorphoseon libri), considerate il suo capolavoro. Il lungo poema illustra con immagini potenti e colorite 250 trasformazioni tratte dal mito, che si susseguono una dopo l’altra in una visione cosmica vertiginosa e ripercorrono la storia dell’universo. Un esempio è la celebre storia di Amore e Psiche, ritratta nel marmo dallo scultore Antonio Canova.

L’opera successiva, i Fasti,  prevedeva dodici libri per dodici mesi dell’anno, in cui ripercorrere tutte le feste e ricorrenze del calendario romano con aneddoti e tradizioni, ma Ovidio ne completa solo sei prima dell’esilio.

In esilio Ovidio scrive opere malinconiche e amare fino alla disperazione, in particolare le poesie di lamento Tristia, le Epistulae ex Ponto ad amici e parenti e il carme Ibis, rivolto a un anonimo nemico che potrebbe essere Augusto stesso.

 

Indice materie – Letteratura latina – Ovidio

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