Marco Valerio Marziale è un poeta di origini spagnole che si trasferisce a Roma per studiare e vivere della propria arte letteraria, diventando famoso per gli epigrammi. Ma nonostante il successo delle sue opere deve continuamente cercare di rendersi gradito a questa o quella famiglia ricca e non riesce mai a uscire completamente dalle ristrettezze economiche. La sua vita esemplifica la fine della fase del mecenatismo che aveva animato la prima età giulio-claudia.
Marziale – Vita
Marziale nasce nel 38 o nel 41 d.C. a Bilbilis, in Spagna, riceve una buona educazione nella terra natale e poi decide di trasferirsi a Roma per fare fortuna. Lì entra nella comunità degli spagnoli e riesce a entrare in contatto con alcuni potenti della città. Quando però molti di questi partecipano alla congiura di Pisone e vengono scoperti, Marziale rimane solo ed è costretto a iniziare a vivere come cliens, lusingando e servendo potenti signori per riceverne in cambio di che vivere. Scrive anche biglietti su commissione per l’imperatore in occasioni di festa, ma non è libero di esercitare la propria arte come vorrebbe.
La prima occasione per far conoscere la propria arte letteraria arriva per Marziale con l’inaugurazione dell’anfiteatro Flavio (il Colosseo): il poeta scrive un’opera apposita, il Liber de spectaculis, dedicandola all’imperatore Tito, e ottiene finalmente la fama, ma anche privilegi sociali. Pubblica quindi altri due libri di epigrammi, ma rimane deluso dal fatto che l’agiatezza economica rimanga sempre una meta irraggiungibile: i mecenati disposti a mantenere gli artisti non esistono più.
Dopo la morte dell’imperatore Domiziano, Marziale perde il suo ultimo appoggio e decide di tornare in Spagna, dove continua a scrivere epigrammi e riceve da una ricca vedova una casa e un podere per vivere tranquillo fino alla morte, nel 104 d.C.

Nel suo Liber de spectaculis Marziale elogia gli spettacoli organizzati per l’inaugurazione dell’anfiteatro Flavio (il Colosseo) per celebrare l’imperatore Tito, da cui ottiene in cambio titoli e denaro
Opere
La carriera di Marziale inizia con un’opera prestigiosa, il Liber de spectaculis, che descrive gli spettacoli realizzati per l’inaugurazione dell’anfiteatro flavio in 36 epigrammi: è la prima raccolta di epigrammi di ogni tempo che ci sia pervenuta. Gli epigrammi sono poesie brevi che in pochi versi (distici elegiaci) delineano una situazione o un personaggio, per poi concludersi con una fulminea battuta finale ironica o irriverente che rovescia le aspettative. Questa raccolta viene poi usata da Marziale come introduzione ai suoi libri di epigrammi successivi, in cui il poeta rappresenta la vita quotidiana della società romana con un realismo sorridente e mai moralistico. La lingua è vivace e spregiudicata, estremamente realistica per tutte le classi sociali, senza evitare la volgarità e l’eccesso se necessari, ma anche le raffinatezze.
Le altre due raccolte più famose sono gli Xenia e gli Apophoreta. Gli Xenia sono letteralmente i “doni per gli ospiti”, cioè epigrammi scritti come bigliettini di accompagnamento ai regali che ci si scambiava durante le feste dei Saturnalia, gli Apophoreta sono i bigliettini per i “doni da portare via” nella stessa occasione.
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