Gaio Giulio Fedro (I sec.) è autore di celebri favole della letteratura latina (fra cui La rana e il bue e Il lupo e il cane). Non fu particolarmente apprezzato dai contemporanei poiché la favola non era considerata un genere letterario prestigioso e degno di attenzione, e infatti Fedro era l’unico autore che vi si dedicava con costanza. Fu riscoperto in età moderna e particolare influenza ebbe su La Fontaine e anche su Leopardi, che lo apprezzò per il suo stile essenziale ma curato.
Fedro – Vita
Fedro nasce alla fine del I secolo a.C. in Tracia e giunge a Roma come schiavo probabilmente molto giovane. Viene preso come schiavo nella famiglia dell’imperatore Augusto, da cui prende il nome familiare Giulio (gens Iulia) quando viene liberato. Rischia di essere processato sotto l’imperatore Tiberio per alcune presunte allusioni ai potenti nelle sue opere, ma riesce a evitare le accuse. Muore alla fine dell’impero di Claudio o all’inizio di quello di Nerone, intorno al 54 d.C.

Fedro si difese dall’accusa di attaccare i potenti affermando di rappresentare non singoli individui, bensì i comportamenti degli uomini in generale
Le Favole
Fedro scrive un grande numero di favole, delle quali però molte sono andate perdute. Oggi a noi restano cinque libri superstiti di Fabulae per un complesso di un centinaio di testi, più un’altra trentina al du fuori delle raccolte. L’ispirazione arriva dal greco Esopo, ma rispetto a lui Fedro cercò una maggiore raffinatezza con i versi senari. L’obiettivo, però, è sempre quello di intrattenere i lettori lasciando anche un insegnamento morale, perciò lo stile è semplice, in modo che sia accessibile a tutti.
Come è tipico delle favole, i protagonisti sono quasi sempre animali, che incarnano però qualità e comportamenti tipicamente umani, per veicolare in maniera più immediata il messaggio morale. Il ricorso a un genere considerato inferiore come la favola e a personaggi animali permette infine di parlare di argomenti scomodi o pericolosi senza correre rischi con persone potenti: Fedro lo definisce come lo strumento degli oppressi. Infatti i difetti dell’uomo che più spesso le favole di Fedro rappresentano sono l’avidità e la prepotenza.
Una delle favole di Fedro più celebri è infatti Il lupo e l’agnello: in essa il lupo accusa un agnello di una serie di torti che la povera bestia non può aver commesso, pur di trovare un pretesto per mangiarselo.
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