Fedro è l’unico autore latino a dedicarsi alle favole come genere letterario dotato di dignità propria. Le favole erano molto diffuse sia nella cultura occidentale che in quella orientale, ma venivano considerate un genere minoritario rispetto agli altri più elevati, e la maggior parte degli autori vi si dedicava più come passatempo che come impegno serio. Fedro, invece, nel I secolo d.C. scrive cinque libri di Fabulae, il cui titolo completo è Phaedri Augusti liberti Fabulae Aesopiae, cioè Favole esopiche di Fedro liberto di Augusto. Il titolo sottolinea sia l’ispirazione del poeta, che arriva dalle favole del greco Esopo, sia le sue origini: Fedro era uno schiavo e viene liberato dall’imperatore Augusto in persona (i liberti erano gli schiavi liberati).
I cinque libri delle Fabulae contengono 102 componimenti, ma è quasi certo che l’opera non sia giunta completa fino a noi. L’obiettivo delle favole di Fedro è trasmettere insegnamenti morali accessibili a tutti, per questo il poeta esemplifica i comportamenti umani usando come personaggi gli animali. A ogni animale corrisponde una virtù secondo gli stereotipi del tempo, molti validi anche per noi: l’agnello è il bene e l’innocenza, il lupo è il male, la superbia e la prepotenza sono del gatto, della volpe e del leone, l’onestà è del cane ecc. Ogni favola si apre oppure si chiude con la riflessione morale tratta dalle vicende raccontate.
Nelle ultime favole Fedro si distacca maggiormente dal modello di Esopo e introduce alcune novità, come la presenza di alcuni personaggi umani e una maggiore complessità nelle vicende.
Spesso le favole di Fedro affrontano il tema dell’oppressione dei deboli da parte dei potenti, e questo gli causò l’ostilità dei potenti suoi contemporanei.

Molte favole di Fedro sono diventate proverbi e luoghi comuni validi ancora oggi: il desiderio del poeta era proprio che fossero “universali”
La volpe e l’uva
La volpe e l’uva è una delle favole più celebri di Fedro, al punto da diventare un proverbio ai giorni nostri. Come quasi tutte le favole di Fedro, è molto breve e racconta di una volpe che cerca di raggiungere un grappolo d’uva su una vite, ma è troppo in alto, perciò non ci riesce e rinuncia commentando che quel grappolo è ancora acerbo.
La morale di Fedro è:
- Qui, facere quae non possunt, verbis elevant,
- adscribere hoc debebunt exemplum sibi.
La traduzione è:
Coloro che sminuiscono a parole ciò che non possono fare devono applicare a sé stessi questo esempio.
Il lupo e l’agnello
Anche quella del lupo e dell’agnello è una favola molto famosa: un lupo e un agnello stanno bevendo dalla stessa fonte, ma il lupo sta più in alto e l’agnello più in basso. Il lupo, famelico, accusa l’agnello di sporcare l’acqua, ma l’altro animale gli fa notare come ciò sia impossibile, dato che lui beve più in basso. Allora il lupo lo accusa di aver parlato male di lui sei mesi prima, ma l’agnello osserva che sei mesi prima lui non era ancora nato; il lupo, spazientito, sostiene che sia stato il padre dell’agnello a sparlare e divora la bestia innocente.
La morale di Fedro è:
- Haec propter illos scripta est homines fabula qui fictis causis innocentes opprimunt.
La traduzione è:
- Questa favola è scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con falsi pretesti.
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