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Eneide – Riassunto

Subito dopo la pubblicazione delle Georgiche, Virgilio si dedica (29 a.C.) al suo capolavoro, l’Eneide, poema epico a cui il poeta lavora incessantemente durante gli ultimi dieci anni di vita, in una costante e ossessiva ricerca della perfezione; l’opera è interrotta solo dall’approssimarsi della morte, in vista della quale l’autore giunge a esprimere la volontà che il poema sia dato alle fiamme in quanto incompleto. Alla morte di Virgilio, avvenuta a Brindisi durante il ritorno da un viaggio in Grecia, Augusto ordina invece di pubblicare l’Eneide così com’era, per l’importante funzione ideologica dell’opera, sollecitata probabilmente dallo stesso imperatore.

L’Eneide è un poema epico in 12 libri, in esametri. Riprendendo e sviluppando leggende legate alla guerra di Troia, assai popolari nella Roma dell’epoca, il poema racconta la fondazione della civiltà romana a opera di Enea, secondo la volontà del Fato, iniziando dalla fuga dell’eroe da Troia in fiamme fino all’arrivo nel Lazio, alle lotte con le popolazioni indigene e alla successiva fusione tra vincitori troiani e popolazioni locali.

L’opera è composta da una prima parte (6 libri) che racconta le peregrinazioni di Enea e da una seconda parte (restanti 6 libri) sulla guerra con la popolazione latina.

proemio eneide enea

Proemio dell’Eneide: – “Canto delle armi e dell’uomo…”

Per le tecniche narrative, il poema si rifà agli illustri precedenti omerici, mentre si propone di lodare l’imperatore Augusto partendo dai suoi antenati. Virgilio sottolinea e celebra la discendenza di Cesare e di Augusto da Enea stesso, per giunta figlio di Venere e quindi progenitore di una stirpe divina. Tra le numerose analogie omeriche riscontrabili nell’Eneide, si citano, per esempio, Enea che discende nel regno dei morti e apprende da essi i grandi eventi della storia di Roma, così come Ulisse era sceso nell’Ade per gettare uno sguardo sul suo futuro; Virgilio descrive particolareggiatamente lo scudo di Enea così come Omero dedica una lunghissima trattazione alla descrizione dello scudo di Achille; nell’episodio dell’uccisione di Pallante, amico di Enea, viene riecheggiata l’uccisione di Patroclo, amico di Achille; il duello tra Enea e Turno richiama quello tra Achille ed Ettore ecc.

Il clima del racconto è diverso: il volere del Fato ha un progetto preciso, non una distruzione, ma la creazione di Roma. Per esempio, è voluta dal Fato la vicenda di Didone, la fondatrice e prima regina di Cartagine; secondo la narrazione virgiliana si innamorò di Enea, quando questi si rifugiò a Cartagine prima di arrivare nel Lazio, e lo sposò. Disperata per la partenza improvvisa di Enea, costretto dal Fato, Didone si uccise con la spada del suo sposo, chiedendo al suo popolo di vendicarla.

Le battaglie e le virtù guerriere non sono celebrate, ma presentate come necessarie (proprio come la guerra civile di Ottaviano), mentre sono esaltati gli aspetti umani dei personaggi come il dolore, il sacrificio, la generosità e la pietà religiosa.

L’autore guarda le vicende da una prospettiva più ampia e partecipa alle sofferenze degli sconfitti, considerando la guerra uno scontro fratricida fra popoli vicini tra loro e con un comune progenitore (Dardano).

Nonostante si tratti di un poema a programma, che secondo la tradizione sarebbe stato richiesto da Augusto in persona, Virgilio dà prova di grande vigore poetico dimostrando una perfetta padronanza dei mezzi linguistici e ottenendo anche risultati di grande efficacia, come per esempio nel famoso libro II, quando Enea racconta alla regina Didone la fine di Troia e la sua fuga con il padre Anchise e il figlio Ascanio.

La fortuna dell’Eneide, che l’autore avrebbe voluto distrutta perché ancora da rifinire, fu assai rapida, certo sostenuta da motivi politici e patriottici (era per la Roma di Augusto una spiegazione della sua origine e del suo passato). Con l’affermarsi della cultura cristiana, alla luce dell’interpretazione della sua IV ecloga (si vedano le Bucoliche), tutta l’opera di Virgilio ha beneficiato di una costante considerazione. La traduzione poetica in italiano fu effettuata da Annibale Caro alla fine del XVI sec.

Eneide – Riassunto breve

Enea e altri troiani scappano da Troia in seguito alla sua distruzione da parte dei greci. Mentre salpano verso l’Italia, una violenta tempesta li manda fuori rotta finendo per farli arrivare sulle spiagge di Cartagine. Didone, la regina di Cartagine li accoglie ed Enea le racconta le loro tumultuose esperienze.

Racconta che la guerra di Troia terminò dopo che i greci li indussero con l’inganno ad accettare un cavallo di legno che ospitava soldati nel suo ventre. Lui, il padre Anchise, il figlio Ascanio e altri sopravvissuti salparono per l’Italia alla ricerca di un glorioso futuro promesso dagli dei. Tuttavia, numerose calamità ostacolarono il loro viaggio e, infine, dopo la morte di suo padre, il maltempo li fece arrivare a Cartagine.

eneide enea

Enea fugge da Troia con il figlio Ascanio, portandosi sulle spalle il padre Anchise

Didone rimane colpita dalla storia di Enea e simpatizza con lui, finendo per innamorarsene. Dopo un po’, gli dei ricordano a Enea la sua missione: fondare una nuova città. Enea parte e la devastata Didone si uccide usando la spada di Enea.

Durante la navigazione verso l’Italia, il maltempo manda i troiani in Sicilia. Lì Anchise, il padre di Enea, gli appare in sogno, motivando quest’ultimo a raggiungere l’Italia, per andare negli inferi per incontrarlo. Anchise gli mostra una visione della storia e della gloria futura di Roma.

I più determinati soldati di Enea proseguono con lui fino nel Lazio, dove si svolge la parte finale dell’Eneide.

Il re Latino crede che Enea sia il corteggiatore profetizzato di sua figlia Lavinia. Tuttavia, sua moglie vuole che la figlia sposi Turno, re dei Rutuli, e cerca di boicottare il matrimonio. Un giorno, durante una battuta di caccia, il figlio di Enea, Ascanio, uccide un cervo domestico appartenente a un latino e Turno coglie questa opportunità per dichiarare la guerra.

Il dio fluviale Tiberio dice a Enea di risalire il Tevere in cerca di alleati. Anche Venere, sua madre, scende per offrirgli armi. Al suo ritorno, Enea vede Turno uccidere Pallade, il figlio del suo alleato, Evandro. Nonostante la collera di Enea, entrambe le parti concordano un cessate il fuoco finché gli anziani decidono il combattimento uno contro uno tra Enea e Turno. Durante il duello, i combattimenti scoppiano di nuovo ed Enea viene ferito. Quando i troiani iniziano a sopraffare il nemico, Turno cerca di porre termine alla lotta uccidendo Enea. Enea però esce vincitore dallo scontro e lo uccide vendicando la morte di Pallade. Enea sposa Lavinia e dà origine a un nuovo popolo che porterà alla nascita di Roma.

 

Indice materie – Letteratura latina – Eneide

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