L’alfabeto latino nacque tra l’VIII e il VI secolo a.C nella penisola italica e deriva da quello etrusco. L’etrusco, a sua volta, era nato a partire dal primo linguaggio scritto sviluppato in Mesopotamia, attraverso il greco arcaico. Oggi quello latino è l’alfabeto della maggior parte delle lingue nel mondo ed è uguale al nostro attualmente in uso con alcune piccole differenze:
- la lettera H è segno di aspirazione e non ha un suono proprio;
- la lettera K si trova solo in alcune parole (Karthago, Cartagine) e si pronuncia come la c dura;
- la lettera V era usata inizialmente per il suono vocalico “u” (come in lvpvs), successivamente venne utilizzata anche per il suono consonantico “v” (come in veritas);
- la lettera G fu introdotta solo dalla riforma di Appio Claudio Cieco per notare la consonante velare sonora, prima si usava la C per entrambi i suoni;
- la lettera Z fu soppressa da Appio Claudio Cieco e ritornò solo in età augustea;
- la lettera X si pronuncia “cs”;
- la lettera Y entrò nell’alfabeto in età augustea e si trova solo in parole derivanti dal greco e si legge “i”.
Inizialmente l’alfabeto latino era composto da soli 19 caratteri, poi in epoca classica arrivò a 23 e infine oggi a 26, a causa di aggiunte da altre lingue e di consuetudini affermate dall’uso. Passando da una lingua all’altra, però, si possono notare ulteriori aggiunte e segni diacritici che modificano la pronuncia delle lettere.

L’alfabeto latino esisteva inizialmente solo con le lettere maiuscole: il minuscolo comparve man mano che la scrittura si diffuse tra il popolo e si affermò con Carlo Magno
La fonetica
In latino hanno particolare importanza per la pronuncia i dittonghi (il dittongo è una sillaba formata dall’unione di due vocali pronunciate con un’unica emissione di voce). I dittonghi più comuni in latino sono ae, oe, au, eu; da notare che ae e oe si pronunciano come se fossero una sola lettera, “e”.
I gruppi vocalici ae e oe non formano sempre un dittongo. Se sulla e è presente la dieresi (per esempio, aë), le vocali diventano due e si pronunciano separatamente.
Anche le consonanti hanno regole leggermente diverse dall’italiano. In particolare:
- il gruppo ph si pronuncia “f”;
- il gruppo ti seguito da vocale si pronuncia “zi” come nella parola otium, la cui pronuncia è “ozium”; il gruppo ti ha pronuncia regolare se è preceduto da s, t, x oppure quando la i è accentata.
Bisogna in realtà fare una distinzione tra due tipi di pronuncia che hanno convissuto per un certo periodo nel mondo latino: la pronuncia classica o restituta, definita dal parlato delle persone colte in epoca classica, e la pronuncia ecclesiastica o scolastica, sviluppata più tardi nell’ambito della Chiesa cattolica. Oggi ciascun Paese sceglie quale pronuncia adottare nello studio del latino.
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