La letteratura italiana nasce e si sviluppa in ritardo rispetto ad altre letterature europee, perché nel nostro Paese il latino mantiene più a lungo il primato come lingua della cultura.
A partire dal IX sec. d.C., il latino, ormai lingua ufficiale in tutta Europa, inizia a mostrare modificazioni che sono il frutto di un lento processo di trasformazione interna della lingua, in atto da secoli, in modi diversi, nelle varie aree socio-geografiche. Da queste modificazioni nascono le lingue volgari, dette anche neolatine o romanze, fra cui l’italiano. A mo’ di esempio di questo processo si può citare l’Indovinello veronese, un testo redatto in Spagna all’inizio dell’VIII secolo e giunto a Verona poco dopo; non tutti gli studiosi sono concordi nel ritenerlo l’atto di nascita del volgare in Italia, visto che il testo ha bisogno di una traduzione in italiano, essendo scritto in un latino con evidenti aberrazioni.
L’affermazione di una lingua nazionale omogenea avverrà soltanto molti secoli dopo: inizialmente il panorama linguistico italiano è frammentato in una pluralità di volgari locali, utilizzati solo nel parlato e nella scrittura a fini pratici, non culturali. I primi documenti del volgare italiano sono infatti verbali giudiziari in latino, che riportano in volgare le parole dei testimoni davanti al giudice (i Placiti cassinesi), datati alla fine del X sec.

Per numero di parlanti madrelingua l’italiano è la ventitreesima lingua al mondo
Il primo documento letterario del volgare italiano è un testo giullaresco in versi ancora approssimati, noto come Ritmo laurenziano e databile alla metà del XII sec.
Storia della letteratura italiana
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