William Shakespeare (1564-1616) è il più famoso scrittore inglese di tutti i tempi. Nacque a Stratford-upon-Avon, dove studiò, e diventò ben presto noto a Londra per i suoi testi teatrali.
Tuttavia Shakespeare fu anche un grande poeta: iniziò a scrivere poesie quando, tra il 1592 e il 1594, i teatri furono chiusi a causa di un’epidemia di peste. In questo periodo scrisse due poemetti di tema erotico e iniziò la stesura dei suoi numerosi sonetti, per lo più di ispirazione autobiografica e di stampo filosofico.
Una raccolta di questi sonetti fu stampata nel 1609 dall’editore Thomas Thorpe senza autorizzazione: Shakespeare li aveva fatti circolare nella propria cerchia di amici, non li aveva scritti per una pubblicazione. D’altra parte questo autore non si era mai occupato della stampa e della pubblicazione di nessuna delle sue opere, tranne due poemetti, perché lavorava abitualmente su testi teatrali, che le compagnie non volevano pubblicare, per non cederle ai propri concorrenti. Furono quindi sempre altre persone a prendere l’iniziativa di trascrivere, stampare e diffondere le sue opere, quando Shakespeare divenne molto famoso e apprezzato (soprattutto dopo la sua morte).

Le informazioni sulla vita di Shakespeare sono spesso lacunose, ma abbiamo molte rappresentazioni del suo aspetto
Shakespeare – Sonetti
La raccolta dei 154 sonetti di Shakespeare si può suddividere in due parti: la prima (sonetti 1-126) dedicata a un caro amico anonimo, la seconda (127-154) a una “donna misteriosa” (dark lady). L’anonimo amico a cui sono dedicati i sonetti è stato poi identificato con il conte di Southampton, a cui Shakespeare aveva già dedicato uno dei suoi poemetti.
Nelle sue poesie Shakespeare usa il blank verse, cioè un pentametro giambico (dieci sillabe, cinque accenti) non rimato. I suoi sonetti sono composti da 14 versi, divisi in tre quartine a rima alternata e un distico a rima baciata: è la struttura del cosiddetto “sonetto elisabettiano”, diverso dal sonetto italiano o petrarchesco (due quartine e due terzine).
Tra i sonetti, alcuni dei più famosi sono quelli d’amore, come i più tradizionali 18 (Shall I compare thee to a summer’s day) e 116 (Let me not to the marriage of true minds) e l’irriverente 130 (My mistress’ eyes are nothing like the sun).
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