Samuel Beckett (1906-1989) è uno degli autori più importanti della letteratura inglese del Novecento, emblema del teatro dell’assurdo, espressione di una visione nichilistica della vita e della convinzione dell’insensatezza dell’agire umano, di cui è emblematico il dramma Aspettando Godot, scritto originariamente in francese. Stesso tema è ripreso nella trilogia Molloy, Malone muore e L’innominabile. Nelle opere di Beckett il lettore o lo spettatore diventano interpreti della trama, dandole un significato a volte personale, nel tentativo di spiegare tutto ciò che di insensato ci sia nella vita; l’universalità dell’opera consiste appunto nella capacità di adattarsi al lettore senza suggerirgli schemi preconcetti.

Samuel Beckett fu non solo autore teatrale e di romanzi, ma scrisse anche testi per la radio, la televisione e il cinema
Biografia e opere
Samuel Beckett nasce a Dublino nel 1906 in una famiglia protestante, studia al Trinity College e poi si laurea in letterature moderne. Inizia a insegnare e a Parigi stringe amicizia con James Joyce, poi si ritira dalle scuole per dedicarsi solo alla scrittura, stabilendosi definitivamente in Francia. Durante la guerra abbandona Parigi e sostiene la resistenza, ma è dopo la fine del conflitto, con il ritorno a Parigi, che Beckett scrive e pubblica le sue opere più importanti: oltre a quelle già nominate, anche le opere teatrali Finale di partita e L’ultimo nastro di Krapp. Le sue opere sono scritte inizialmente in francese, poi tradotte dall’autore stesso in inglese in un secondo momento.
Nel 1969 Samuel Beckett riceve il premio Nobel per la letteratura, ma non va a ritirarlo perché non ama l’esposizione pubblica.
Samuel Beckett – Frasi celebri
Hai mai provato? Hai mai fallito? Non importa. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.
Le lacrime del mondo sono una quantità costante. Da una parte uno comincia a piangere, da un’altra parte uno smette. Lo stesso vale per il riso.
Tutti siamo nati matti. Qualcuno lo rimane.
Ecco gli uomini! Se la prendono con la scarpa quando la colpa è del piede.
Le idee si assomigliano in modo incredibile, quando si conoscono.
Niente è più reale del nulla.
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