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Letteratura inglese del ‘700

Nel periodo immediatamente successivo alla restaurazione, la letteratura ingese del ‘700 sfrutta il fatto che la cultura raggiunga il massimo del suo sviluppo all’insegna del classicismo e della purezza della forma, che verso la metà del secolo iniziano lentamente a lasciare spazio anche all’espressione spontanea del sentimento, anticipando alcuni aspetti del romanticismo.

La poesia è soprattutto satirica e pastorale, ma dopo la metà del secolo assume indole meditativa e malinconica.

L’autore più rappresentativo del neoclassicismo inglese è Alexander Pope, poeta solitario che per la sua appartenenza a una famiglia cattolica e per la sua salute cagionevole non frequenta le scuole e studia privatamente i classici greci e latini e gli scrittori italiani e francesi. Dopo alcune poesie pastorali e un saggio di critica ed estetica letteraria, Pope mette in pratica i propri ideali estetici nel capolavoro Il ricciolo rapito, un poemetto eroicomico che sfrutta tutti gli espedienti del genere epico e i modelli classici per una critica della superficialità della società del tempo in chiave satirica.

Alexander Pope

Alexander Pope

La prosa vede nel Settecento l’affermarsi di importanti novità: il giornalismo, con la nascita dei periodici The Tatler e The Spectator, che stimolano a loro volta la produzione di una grande quantità di saggi di argomento politico, storico e filosofico, e il romanzo moderno.

Predecessore del romanzo vero e proprio è Jonathan Swift con I viaggi di Gulliver, opera satirica ispirata ai racconti di viaggio e d’avventura, che attraverso le straordinarie peripezie di Gulliver fra luoghi e popolazioni fantastici realizza una critica amara e spietata nei confronti della civiltà occidentale contemporanea, per la quale l’autore manifesta un vero e proprio disgusto.

Jonathan Swift

Jonathan Swift

Il romanzo inglese moderno nasce dal mutamento di atteggiamento che conduce alla laicizzazione e all’individualizzazione della cultura: la nuova cultura, svincolata dall’ossequio a un’autorità e votata a una ricerca sperimentale e individuale della verità, promuove in letteratura il realismo, la volontà di riprodurre fedelmente l’esperienza umana a partire da quella personale. Il romanzo nasce dunque come osservazione della realtà contemporanea, invece che del mito o della storia, e tipicamente borghese, si rivolge infatti alla classe sociale ormai dominante, di cui interpreta gusti e ideali.

I primi tre grandi romanzieri inglesi sono Defoe, Richardson e Fielding.

Mentre i personaggi di Defoe sono appunto emblemi di un contesto sociale più che esseri umani particolari, Samuel Richardson conduce a maturazione il genere del romanzo proprio con la definizione di personaggi dalla personalità complessa, unica, contraddittoria, quindi più realistica. Richardson lavora sin da giovane nell’ambito delle lettere, occupandosi di tipografia, ma per lungo tempo si dedica soltanto ad adattare opere altrui, finché gli viene chiesto di realizzare una raccolta di lettere come modello di scrittura e moralità per il popolo. Da questo progetto nasce il primo romanzo epistolare della letteratura europea, Pamela, o la virtù premiata, in cui la giovane domestica protagonista racconta, attraverso le lettere scritte ai genitori, come riesca a difendersi dai tentativi di seduzione del padrone, che alla fine si innamora di lei, abbandona i modi violenti e la corteggia fino a sposarla, creando un rapporto in linea con la morale borghese e popolare. Anche il secondo romanzo di Richardson, Clarissa è di genere epistolare, ma si conclude tragicamente, con la morte sia della protagonista sia del malvagio corteggiatore, e descrive conflitti morali più complessi. In entrambi, i rapporti di classe hanno un ruolo centrale.

Samuel Richardson – Illustrazione dell’epoca

L’ultimo dei pionieri del romanzo, Henry Fielding, inizia la sua carriera letteraria come scrittore teatrale e satirico, esperienza da cui derivano la vivacità dei dialoghi e la complessità degli intrecci che caratterizzano i suoi romanzi. La vena ironica colpisce la superficialità che spesso si nasconde dietro la rigida moralità borghese o puritana, mostrando quali siano i valori davvero importanti oltre le apparenze. Questo si nota soprattutto nel capolavoro di Fielding, Tom Jones, che ha come protagonista un giovane allegro, innamorato, generoso e onesto, che a volte cade nella tentazione del vizio e negli inganni orditi a suo danno, senza modificare però la propria natura.

Henry FIelding

Francobollo russo dedicato a Henry Fileding USSR, 1957)

Numerosi sono poi i romanzieri minori fra i moltissimi scrittori che iniziano a cimentarsi in questo genere. Uno di essi, però, Laurence Sterne, ottiene notevole popolarità per il carattere innovativo della sua opera, che scardina in modo bizzarro le convenzioni del romanzo: Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo, formalmente una biografia, è sostanzialmente un romanzo privo di trama, un intreccio di digressioni continue sui temi più spregiudicati, con ironia, aneddoti, personaggi caratteristici e alcuni procedimenti tecnici (pagine bianche, libere associazioni di idee) che anticipano lo stile degli scrittori del Novecento.

Alla fine del secolo si sviluppano in particolare due filoni romanzeschi, quello del romanzo di costume e quello del romanzo gotico, legati alle mode del romanticismo in via di affermazione, in particolare il sentimentalismo e l’interesse per il mistero e per l’epoca medievale.

Per entrambi i filoni, i rappresentanti più significativi sono per la prima volta delle scrittrici: Jane Austen per il romanzo di costume e Ann Radcliffe (I misteri di Udolpho) e Mary Wollstonecraft Shelley (Frankenstein) per il romanzo gotico (il genere caratterizzato dall’unione di elementi romantici e dell’orrore).

 

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