In America, dopo la Prima guerra mondiale, grazie al rafforzamento economico, al consolidamento dell’industrializzazione e alla diffusione di nuove tecnologie comunicative e della cultura di massa, si respira una convinzione ottimistica di grandezza, splendore e prosperità che anima i “ruggenti anni Venti”. Questa apparenza nasconde però gli effetti di orrore e disillusione dell’esperienza della guerra, le tensioni sociali, la corruzione morale, che vengono a galla in particolare nell’opera di Francis Scott Fitgerald che vive in prima persona il sogno americano di una vita agiata, lussuosa, emozionante e spensierata, ma anche i suoi lati oscuri.

Francobollo USA del 1996 dedicato a Francis Scott Fitzgerald,
Emblematico in questo senso è il celebre romanzo Il grande Gatsby, in cui nella scintillante vita mondana di un provinciale arricchito e famoso emergono progressivamente amarezze, rimpianti e disillusioni che finiscono per travolgerlo.
Gli altri narratori che esprimono significativamente il senso d’angoscia della cosiddetta lost generation sono i premi Nobel William Faulkner, John Steinbeck e Ernest Hemingway.
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