La Teogonia è un poema mitologico del primo autore greco di cui si abbia certezza, Esiodo, scritto probabilmente intorno al 700 a.C. Il titolo significa “generazione degli dei”, infatti il poema ripercorre le origini delle tre generazioni divine che si sono succedute a partire dalla creazione dell’universo, secondo le credenze religiose e le tradizioni mitologiche greche. L’opera costituisce quindi un prezioso compendio di mitologia greca per noi oggi.
La Teogonia è scritta in esametri e va dal Caos primordiale al momento in cui Zeus sconfigge Crono e i Titani e si proclama re degli dei dopo le numerose lotte intestine fra creature divine. Da questo punto in poi, Zeus inizia anche ad accoppiarsi con donne mortali generando la schiera di eroi semidivini che popolano l’epica greca.
Non mancano però, nell’opera, influenze delle religiosità del Vicino Oriente e dell’Antico Egitto, che avevano già sviluppato alcuni testi sacri propri.

Frontone con Zeus circondato dalle altre divinità olimpiche, le ultime delle tre generazioni illustrate da Esiodo nella Teogonia
Teogonia – Riassunto breve
La Teogonia si apre con un inno alle Muse, simile a quello che introduce i poemi omerici, in cui Esiodo dice aver incontrato queste divinità e di aver ricevuto da loro l’incarico di comporre il poema: si attribuisce un ruolo profetico.
La storia della genealogia divina inizia con il Caos, nato spontaneamente dal nulla, e da lui nascono Erebo (la Tenebra) e la Notte, Gaia (la Terra), Eros (il Desiderio) e Tartaro (l’Oltretomba). Erebo e la Notte si uniscono e generano i loro contrari: Luminosità e Giorno. Gaia, invece, genera Urano (il Cielo), Ponto (il Mare) e la Montagna, poi si accoppia con il suo stesso figlio Urano, generando una stirpe mostruosa: i Titani, i Ciclopi e i Centimani. Urano, disgustato dai terribili Centimani, impedisce a Gaia di partorire costringendo i figli dentro il suo grembo. Lei allora consegna una falce all’ultimo figlio che era riuscito a nascere, Crono (il Tempo), e questi evira il padre.
Dal sangue di Urano nascono le Erinni (le Furie vendicatrici), i Giganti e le Ninfe, mentre il membro evirato cade in mare e genera, dalla schiuma marina, Afrodite, la dea dell’amore e della bellezza.
Crono, a questo punto, si unisce alla sorella Rea ma divora i propri figli uno dopo l’altro per evitare di essere spodestato da uno di essi, un giorno. Rea nasconde l’ultimo di questi figli, Zeus, partorendolo in una grotta dove verrà allevato da una capra; una volta cresciuto, Zeus spodesta Crono e lo costringe a vomitare i fratelli precedentemente inghiottiti, ovvero Poseidone (dio del mare), Ade (dio degli Inferi), Era (dea delle donne e del matrimonio), Estia (dea del focolare) e Demetra (dea della terra e della fertilità).
Zeus inizia quindi il proprio regno ingaggiando insieme ai Ciclopi una battaglia contro i Titani, ultimi a opporsi al suo potere, e riesce a sconfiggerli liberando la potenza dei Centimani, che erano stati segregati nelle viscere della terra (Titanomachia).
Da qui in poi Esiodo ripercorre gli innumerevoli matrimoni e accoppiamenti di Zeus, da cui nascono prima i principali dei dell’Olimpo (Atena, Apollo, Artemide, Dioniso), poi i semidei, infine riassume le unioni tra altri dei e uomini, da cui nascono altri semidei (per esempio Enea, protagonista dell’Eneide, figlio della dea Afrodite e di un uomo, Anchise).
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