Il proemio dell’Odissea è la parte iniziale del celebre poema epico attribuito a Omero; l’opera, suddivisa in 24 canti, è sicuramente uno dei testi più importanti dell’intera letteratura, anche perché rappresenta l’archetipo di tutte le peregrinazioni narrate in letteratura; si pensi per esempio a quelle dell’Eneide di Virgilio e dell’Ulisse di James Joyce.
L’Odissea racconta del lungo e difficile viaggio di ritorno di Ulisse (Odisseo), uno dei più grandi eroi greci, verso Itaca dopo la vittoriosa guerra contro Troia. I temi centrali dell’opera, enunciati nel proemio, sono il viaggio e la vendetta. Per approfondimenti su questa importantissima opera omerica si rimanda alla scheda Odissea – Riassunto.
Tradizionalmente, il proemio dell’Odissea è suddiviso in due parti:
- Invocazione alla Musa (v. 1)
- Protasi (vv. 1-21).
Nota – In molti libri di testo scolastici la seconda parte, quella della protasi, va dal primo al decimo verso, in altri dal primo al dodicesimo.
Invocazione alla Musa – Come nel caso dell’Iliade, anche l’Odissea si apre con l’invocazione a Calliope (v. 1), la musa dell’epica (il suo nome significa “dalla bella voce”); a lei Omero chiede di ispirare la sua poesia; diversamente dal proemio dell’Iliade, però, quello dell’Odissea presenta una ripresa dell’invocazione alla Musa (v. 10).
Protasi – Nella protasi (o propositio o proposizione) sono invece esposte, a grandi linee, le varie vicende che l’autore racconterà nei 24 canti che compongono l’opera. In questi venti versi si riassumono molto brevemente gli avventurosi avvenimenti di Ulisse, le varie avversità che si verificano dopo la partenza da Troia, la morte dei suoi compagni di viaggio, la prigionia lunga sette anni nell’isola di Ogigia, il ritorno alla sua città, Itaca, duramente ostacolato da Poseidone (a causa dell’accecamento di suo figlio, il ciclope Polifemo).
Nota – Moltissime sono state le traduzioni in italiano di questo celebre poema omerico; particolarmente famosa è la traduzione poetica di Ippolito Pindemonte (1753-1828), poeta, letterato e traduttore veronese; attualmente la versione più utilizzata è probabilmente quella di Rosa Calzecchi Onesti, traduttrice, insegnante, latinista e grecista milanese. Di lei ebbe a dire lo scrittore Cesare Pavese: “Solo chi ha un animo grande come quello di Omero poteva tradurre così bene i suoi poemi in italiano”. Celebri sono anche le sue traduzioni dell’Iliade e dell’Eneide.

Illustrazione raffigurante l’episodio dell’accecamento del ciclope Polifemo
Testo greco
- Ἄνδρα μοι ἔννεπε, Μοῦσα, πολύτροπον, ὃς μάλα πολλὰ 1
- πλάγχθη, ἐπεὶ Τροίης ἱερὸν πτολίεθρον ἔπερσε·
- πολλῶν δ’ ἀνθρώπων ἴδεν ἄστεα καὶ νόον ἔγνω,
- πολλὰ δ’ ὅ γ’ ἐν πόντῳ πάθεν ἄλγεα ὃν κατὰ θυμόν,
- ἀρνύμενος ἥν τε ψυχὴν καὶ νόστον ἑταίρων. 5
- ἀλλ’ οὐδ’ ὧς ἑτάρους ἐρρύσατο, ἱέμενός περ·
- αὐτῶν γὰρ σφετέρῃσιν ἀτασθαλίῃσιν ὄλοντο,
- νήπιοι, οἳ κατὰ βοῦς Ὑπερίονος Ἠελίοιο
- ἤσθιον· αὐτὰρ ὁ τοῖσιν ἀφείλετο νόστιμον ἦμαρ.
- τῶν ἁμόθεν γε, θεά, θύγατερ Διός, εἰπὲ καὶ ἡμῖν. 10
- ἔνθ’ ἄλλοι μὲν πάντες, ὅσοι φύγον αἰπὺν ὄλεθρον,
- οἴκοι ἔσαν, πόλεμόν τε πεφευγότες ἠδὲ θάλασσαν·
- τὸν δ’ οἶον, νόστου κεχρημένον ἠδὲ γυναικός,
- νύμφη πότνι’ ἔρυκε Καλυψώ, δῖα θεάων,
- ἐν σπέσσι γλαφυροῖσι, λιλαιομένη πόσιν εἶναι. 15
- ἀλλ’ ὅτε δὴ ἔτος ἦλθε περιπλομένων ἐνιαυτῶν,
- τῷ οἱ ἐπεκλώσαντο θεοὶ οἶκόνδε νέεσθαι
- εἰς Ἰθάκην, οὐδ’ ἔνθα πεφυγμένος ἦεν ἀέθλων
- καὶ μετὰ οἷσι φίλοισι· θεοὶ δ’ ἐλέαιρον ἅπαντες
- νόσφι Ποσειδάωνος· ὁ δ’ ἀσπερχὲς μενέαινεν 20
- ἀντιθέῳ Ὀδυσῆϊ πάρος ἣν γαῖαν ἱκέσθαι.
Proemio dell’Odissea – Traduzione di R. Calzecchi Onesti
- L’uomo ricco d’astuzie raccontami, o Musa1, che a lungo 1
- errò dopo ch’ebbe distrutto2 la rocca sacra di Troia;
- di molti uomini le città vide e conobbe la mente,
- molti dolori patì in cuore sul mare,
- lottando per la sua vita e pel ritorno dei suoi. 5
- Ma non li salvò, benché tanto volesse,
- per loro propria follia3 si perdettero, pazzi!
- che mangiarono i bovi del Sole Iperione,
- e il Sole distrusse il giorno del loro ritorno.
- Anche a noi di’ qualcosa di queste avventure, o dea, figlia di Zeus4. 10
- Allora tutti gli altri5, quanti evitarono l’abisso di morte,
- erano a casa, scampati dalla guerra e dal mare;
- lui solo, che sospirava il ritorno e la sposa6,
- la veneranda ninfa Calipso, la splendida dea, tratteneva
- negli antri profondi, volendo che le fosse marito. 15
- E quando anche l’anno7 arrivò, nel girare del tempo,
- in cui gli filarono8 i numi che in patria tornasse,
- in Itaca, neppure là doveva sfuggire alle prove9,
- neppure fra i suoi. Tutti gli dèi ne avevan pietà,
- ma non Poseidone10; questi serbava rancore violento 20
- contro il divino Odisseo, prima che in patria arrivasse.
Note:
- Le nove Muse, figlie di Zeus, erano le divinità protettrice delle arti (poesia epica, poesia amorosa, danza, musica, tragedia, commedia, astronomia, canto, storia); in questo caso il riferimento è a Calliope.
- La distruzione della città di Troia si deve in buona parte all’inganno escogitato da Ulisse, quello del cavallo di legno, il più celebre dei suoi astuti trucchi.
- Il riferimento è all’atto empio compiuto dai compagni di viaggio di Ulisse; essi infatti mangiano i buoi sacri, cari al dio Sole; per questo motivo il dio scatena una tempesta dove tutti perdono la vita; Ulisse, invece, travolto dalle onde alla fine si troverà a Ogigia, l’isola della ninfa Calipso. Alcuni oggi identificano Ogigia con Ceuta, nello stretto di Gibilterra.
- Torna il riferimento alla Musa Calliope (figlia di Zeus).
- Gli “altri” non sono ovviamente i compagni di viaggio di Ulisse, uccisi dalla tempesta scatenata dal dio Sole, ma gli altri eroi greci che avevano partecipato alla guerra contro in troiani e che erano riusciti a fare ritorno in patria.
- La sposa è Penelope, che da venti anni attende il ritorno del marito e che nel frattempo è insidiata dai Proci.
- Il riferimento è al ventesimo anno di assenza di Ulisse dalla sua patria (la guerra di Troia è durata dieci anni, altri dieci anni sono durate le sue peregrinazioni).
- Il ricorso al verbo filare (filarono) allude all’azione delle Parche, le tre dee filatrici che presiedevano al Fato (il destino degli uomini).
- Con “prove” si fa riferimento a tutte le difficoltà che Ulisse incontrerà a Itaca a partire dal fatto che, al suo ritorno, la sua Itaca è occupata dai Proci, usurpatori che vogliono sostituirlo e insidiano Penelope.
- Mentre gli altri dei sono mossi a compassione dalle vicissitudini di Ulisse, Poseidone gli serba un enorme rancore a causa del fatto che egli ha accecato suo figlio Polifemo.
Proemio dell’Odissea – Traduzione di Ippolito Pindemonte
- Musa, quell’uom di multiforme ingegno
- dimmi, che molto errò, poich’ebbe a terra
- gittate d’Iliòn le sacre torri;
- che città vide molte, e delle genti
- l’indol conobbe; che sovr’esso il mare
- molti dentro del cor sofferse affanni,
- mentre a guardar la cara vita intende,
- e i suoi compagni a ricondur: ma indarno
- ricondur desiava i suoi compagni,
- che delle colpe lor tutti periro.
- Stolti! che osaro vïolare i sacri
- al Sole Iperïon candidi buoi
- con empio dente, ed irritaro il Nume,
- che del ritorno il dì lor non addusse.
- Deh parte almen di sì ammirande cose
- narra anco a noi, di Giove figlia, e Diva.
- Già tutti i Greci, che la nera Parca
- rapiti non avea, ne’ loro alberghi
- fuor dell’arme sedeano, e fuor dell’onde.
- Sol dal suo regno e dalla casta donna
- rimanea lungi Ulisse: il ritenea
- nel cavo sen di solitarie grotte
- la bella venerabile Calipso,
- che unirsi a lui di maritali nodi
- bramava pur, Ninfa quantunque, e Diva.
- e poiché giunse al fin, volvendo gli anni,
- la destinata dagli Dei stagione
- del suo ritorno in Itaca, novelle
- tra i fidi amici ancor pene durava.
- Tutti pietà ne risentian gli Eterni,
- salvo Nettuno, in cui l’antico sdegno
- prima non si stancò, che alla sua terra
- venuto fosse il pellegrino illustre.
Proemio dell’Odissea – Parafrasi
Di seguito la parafrasi del testo.
- Raccontami, o Musa, dell’uomo dalla mente astuta, che per molto tempo 1
- vagò, dopo aver distrutto la città di Troia;
- visitò le terre di molti popoli e ne apprese i costumi,
- e che navigando soffrì nel suo cuore tanti dolori,
- lottando per la sua vita e per il ritorno in patria insieme ai suoi uomini. 5
- Ma non fu in grado di salvarli, per quanto lo volesse,
- a causa della loro scelta irresponsabile, pazzi!
- di mangiare i buoi che erano sacri al di Sole
- che fece sì che non potessero tornare in patria [li fece morire].
- Anche a noi, figlia di Zeus, racconta qualcosa di queste avventure. 10
- Mentre tutti gli altri eroi greci, quelli che erano scampati alla morte,
- erano riusciti a tornare alle proprie case, scampati ai pericoli della guerra e del viaggio in mare;
- lui solo, che desiderava tornare in patria e dalla sua sposa [Penelope],
- fu trattenuto dalla splendida ninfa Calipso
- nelle grotte profonde, desiderando che lui diventasse suo marito. 15
- E anche quando arrivò il momento [il ventesimo anno di assenza da Itaca]
- in cui gli dèi avevano stabilito che potesse tornare nella sua patria,
- a Itaca, neppure lì riuscì a sfuggire alle difficoltà,
- neppure tra i suoi. Tutti gli dèi ne avevano pietà,
- ma non Poseidone che gli serbava un grande rancore 20
- fin da prima che tornasse in patria.
Proemio dell’Odissea – Analisi
Insieme all’invocazione alla Musa, inizia nel v. 1 anche la presentazione del personaggio principale, Ulisse (Odisseo) attorno al quale ruotano le avventurose vicende narrate nel poema (uomo dalla mente astuta; astuto è uno degli epiteti che caratterizzano Ulisse); nella traduzione di Pindemonte si parla di uom dal multiforme ingegno.
Dopo la vittoriosa guerra sulla città di Troia (v. 2), Ulisse inizia il viaggio di ritorno che durerà ben dieci anni; durante questo lungo periodo egli visiterà molti paesi e conoscerà usi e costumi dei loro abitanti (v. 3); si accenna nei vv. 4-5 alle numerose vicissitudini a cui Ulisse, insieme ai suoi uomini, andrà incontro. Lui riuscirà a salvarsi, non così i suoi uomini persi a causa del loro irresponsabile comportamento (si vedano le note nella parte relativa alla traduzione di Calzecchi).
Nel v. 10 c’è un richiamo all’invocazione alla musa; nei vv. 11-12 c’è una sorta di quello che modernamente definiamo flashback; si fa un breve riferimento agli altri eroi della guerra contro Troia che sono riusciti a tornare alle loro case.
Ulisse invece, pur desiderando fortemente di ritornare nella sua patria e dalla sua sposa (v.13), non ci riesce perché la ninfa Calipso lo trattiene nella sua isola per ben sette anni per il desiderio che egli diventi il suo sposo (vv. 14-15).
Ma anche quando gli dèi decidono che per Ulisse è giunto finalmente il tempo di tornare a casa, non sono terminate le disavventure e molto egli dovrà tribolare causa del tremendo rancore che Poseidone, padre del ciclope Polifemo, serba verso di lui (vv. 16-21).
Indice materie – Letteratura greca – Precedente: Odissea – Riassunto – Proemio dell’Odissea – Successivo: Saffo – Poesie