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Odissea – Riassunto

L’Odissea è un poema epico in 24 canti di Omero (IX-VIII a.C.). L’opera narra il lungo e difficile viaggio di ritorno dell’eroe greco Ulisse (Odisseo) verso Itaca dopo la fine della guerra di Troia. A questo soggetto principale si affiancano i viaggi di Telemaco alla ricerca del padre (canti I-IV) e la vendetta di Ulisse sui Proci (canti XXI-XXII).

Mettendo a confronto i paesi fantastici toccati da Ulisse durante le sue peregrinazioni con la realtà di Itaca e contrapponendo la disperazione e il disagio della lontananza dalla patria alla gioia del ritorno, Omero sottolinea i valori e gli ideali che danno un senso all’esistenza umana. La struttura della narrazione dosa con sapienza le avventure presenti e le avventure raccontate, in una composizione che risponde magistralmente al moderno criterio della variazione.

I personaggi dell’Odissea, rispetto a quelli dell’Iliade, sono più vari e sfaccettati, infatti comprendono anche molte figure femminili predominanti e personaggi umili dotati di una propria dignità.

L’Odissea costituisce l’archetipo di tutte le peregrinazioni della letteratura, tra le quali rientrano anche quelle dell’Eneide di Virgilio e dell’Ulisse di Joyce. Secondo autorevoli interpretazioni, l’opera è all’origine della poesia epica e contemporaneamente del romanzo; è, sostanzialmente, una metafora dell’esistenza umana come viaggio e di essa esalta numerosi temi (l’avventura, la ricerca, la scoperta, il coraggio, l’astuzia, l’intelligenza, la fedeltà, la patria, i legami familiari, la devozione, l’ospitalità, l’amore, l’amicizia).

L’Odissea è uno dei testi più celebri di tutta la letteratura. È famosa la traduzione poetica in italiano di Ippolito Pindemonte all’inizio del XIX sec.

Odissea – Riassunto breve

Dopo un assedio di dieci anni, la città di Troia è stata conquistata e incendiata dai greci, mentre gli abitanti sono stati deportati come schiavi (tranne pochi che riusciranno a mettersi in salvo, secondo quanto stabilito dal Fato, come Enea, col padre Anchise e il figlioletto Ascanio). Nella guerra sono caduti valorosi combattenti di entrambi i fronti: i troiani Ettore, Sarpedonte, Pandaro, il tracio Reso accorso in aiuto di Troia; i greci Achille e Patroclo. Tutti i combattenti greci hanno fatto ritorno in patria dopo la distruzione di Troia.

odissea ulisse

Ulisse e le sirene (mosaico al Bardo Museum, Tunisia)

Solo Ulisse è trattenuto dalla ninfa Calipso nell’isola di Ogigia. Il dio Poseidone è adirato contro di lui perché ha accecato il figlio Polifemo. Gli altri dei si pronunciano a favore del ritorno di Ulisse. Telemaco, consigliato da Atena, si reca a Pilo e poi a Sparta e viene a sapere la verità da Menelao. Finalmente Ulisse può partire. La zattera da lui costruita si arena sull’isola dei Feaci, Scheria. Naufrago, Ulisse incontra la figlia del re Alcinoo, Nausicaa. Accolto con tutti gli onori, ottiene dal re la promessa di una nave per poter tornare in patria. Durante la cena in suo onore, l’aedo Demodoco canta la storia della presa di Troia con lo stratagemma del cavallo di legno. Tradito dalle lacrime, Ulisse deve rivelare la sua vera identità ed è invitato a narrare le sue peregrinazioni dalla fine della guerra fino all’arrivo nell’isola dei Feaci. Il racconto delle vicende di Ulisse occupa ben 6 canti (VII-XII). Ulisse racconta del paese dei lotofagi, che si nutrono del fiore di loto; dei ciclopi e della brutta avventura con Polifemo; del paese dei lestrigoni, mangiatori di uomini; di Circe e delle sue magie; del paese dei cimmeri, dove l’eroe è sceso nell’oltretomba e ha conosciuto il futuro; del pericolo delle sirene; di Scilla e Cariddi; infine dell’approdo nell’isola di Calipso, tappa precedente all’arrivo nell’isola dei Feaci.

Con la nave messa a disposizione dai Feaci, Ulisse sbarca finalmente a Itaca e, travestito da mendicante, si reca dal vecchio pastore Eumeo; lungo il cammino è riconosciuto dal vecchio cane Argo che muore per la gioia. Da Eumeo ottiene accoglienza e notizie sulla situazione di Itaca (ormai tiranneggiata dai Proci che insidiano anche Penelope, sua moglie; celebre lo stratagemma della tela di Penelope); inoltre incontra Telemaco di ritorno dai suoi viaggi di ricerca. Padre e figlio studiano accuratamente il piano di vendetta. Ulisse si reca al palazzo di Itaca, sempre travestito da mendicante, ed è costretto a sopportare ogni sorta di umiliazioni. Una cicatrice al piede lo fa riconoscere dalla nutrice Euriclea e ciò rischia di far naufragare il piano preparato.

La vendetta è compiuta in occasione della gara di tiro con l’arco di Ulisse nella quale i pretendenti di Penelope devono cimentarsi a far passare una freccia attraverso l’occhio di 12 scuri allineate. Nessuno dei Proci riesce a tendere l’arco. Ulisse ottiene di poter provare. Vinta la prova tra lo stupore dei Proci, Ulisse dà il segnale dell’inizio della strage. Spalleggiato dai pastori Eumeo e Filezio, insieme al figlio Telemaco uccide tutti i Proci.

odissea penelope

La prova di Penelope – Penelope interroga Ulisse sulla sua identità, chiedendogli di spostare il loro letto nuziale. Ulisse le risponde che è impossibile poiché il letto è costruito su un tronco di ulivo.

Fattosi finalmente riconoscere da Penelope, attraverso la descrizione della struttura del letto nuziale, Ulisse riprende possesso dei suoi averi e si reca in visita dal vecchio padre Laerte.

Capeggiati dal padre di Antinoo, il più serio pretendente di Penelope ucciso da Ulisse, un gruppo di Proci si raduna davanti alla casa di Laerte per uccidere Ulisse. Ulisse, Telemaco, Laerte si scagliano sulla prima fila di assalitori e ne uccidono molti, gli altri impauriti dagli avversari e dalla presenza di Atena scappano.

 

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