Stendhal, pseudonimo di Henry Beyle, è uno dei più grandi romanzieri francesi del XIX secolo e mescola il romanticismo a una cultura di base illuminista. Segnato dalla perdita della madre in tenera età, viene cresciuto dallo zio con una formazione illuminista. Intrapresa la carriera militare, Stendhal segue l’armata napoleonica in Italia e qui inizia a sviluppare l’interesse per l’arte.
L’attività letteraria di questo autore inizia quando la sua brillante carriera nell’amministrazione imperiale viene distrutta dalla caduta di Napoleone. Quasi in povertà, Stendhal inizia a scrivere e si trasferisce a Milano, dove entra in contatto con gli intellettuali della rivista Il Conciliatore, che lo avvicinano alle idee romantiche. Con Rome, Naples et Florence, una sorta di inno all’Italia, l’autore assume per la prima volta lo pseudonimo con cui resterà noto. La vita in Italia per Stendhal è scandita, oltre che dalla scrittura, dai viaggi e da numerose amanti, finché un sospetto di carbonarismo lo costringe a tornare a Parigi, dove continua a condurre una vita mondana e da dove parte per continui spostamenti in tutta Europa.

Particolare di un francobollo francese del 1983 raffigurante Stendhal
Solo nella maturità Stendhal inizia a dedicarsi al genere per il quale diventerà più celebre, il romanzo, unendo l’idea romantica dell’influenza del contesto storico e sociale sulla cultura, sui comportamenti e sulla mentalità al realismo razionale della rappresentazione della società e dell’analisi psicologica (sulla scia del romanzo borghese settecentesco). La modernità dei romanzi di questo autore si rivela poi nell’utilizzo, per la prima volta, della tecnica delle “restrizioni di campo”, per cui fatti e personaggi non sono mai descritti dall’esterno, ma solo attraverso la percezione del personaggio di cui di volta in volta viene adottato il punto di vista. Stendhal stesso traspare, con perfino alcuni cenni autobiografici, dai caparbi tentativi dei suoi individualisti personaggi di affermare la propria vitalità e ricerca di piacere nonostante le insoddisfazioni e i freni posti dalla vita. Particolarmente significativi in questo senso sono i due romanzi più noti, Il rosso e il nero e La Certosa di Parma.
Stendhal – Biografia e opere
- 1783 – Nasce a Grenoble
- 1799 – Si reca a Parigi per passare il concorso dell’École polytechnique, poco dopo il colpo di stato di Napoleone.
- 1800 – Raggiunge l’armata napoleonica in Italia
- 1806 – Intraprende la carriera diplomatica e compie viaggi in diversi Paesi
- 1814-1821 – Si stabilisce a Milano
- 1817 – Roma, Napoli e Firenze (Rome, Naples et Florence, diario di viaggio)
- 1821-1830 – Rientra in Francia, stabilendosi a Parigi
- 1823 – Racine e Shakespeare I (Racine et Shakespeare I, pamphlet)
- 1825 – Racine e Shakespeare II (Racine et Shakespeare II, pamphlet)
- 1827 – Armance (romanzo)
- 1830 – Inizia una relazione con l’italiana Giulia Rinieri de’ Rocchi; resteranno amanti anche dopo il matrimonio di lei
- 1830 – Il rosso e il nero (Le Rouge et le Noir, romanzo)
- 1831 – Ritorna in Italia dove rimane fino al 1841
- 1835 – Riceve la legion d’onore per i suoi meriti di scrittore
- 1838 – La duchessa di Paliano (La Duchesse de Palliano, racconto)
- 1839 – La Certosa di Parma (La Chartreuse de Parme)
- 1841 – Rientra a Parigi
- 1842 – Muore a Parigi
- Opere postume
- 1855 – Cronache italiane (Chroniques italiennes, raccolta di racconti)
Frasi celebri di Stendhal
Guardare da vicino il proprio dolore è un modo di consolarsi.
L’amore è un bellissimo fiore, ma bisogna avere il coraggio di coglierlo sull’orlo di un precipizio.
Noi vediamo le cose quali la nostra testa se le figura. Bisogna quindi conoscere questa nostra testa.
La bellezza non è che una promessa di felicità.
Non ci consoliamo dei dolori, ce ne distraiamo.
La più grande felicità che l’amore possa dare è stringere per la prima volta la mano di una donna che si ama.
Passare attraverso la vita senza amore è come andare in battaglia senza musica, come viaggiare senza un libro, come andare per mare senza una stella che ci guida.
La passione amorosa non è cieca, è visionaria.
Ogni religione si fonda sulla paura dei molti e sull’astuzia dei pochi.
L’unica scusa di Dio è che non esiste.
La vocazione significa avere per mestiere la propria passione.
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