L’Ottocento è per la Francia un secolo di continui assestamenti e rivolgimenti politici, che seguono alla frattura determinata dalla rivoluzione. Sul piano culturale, invece, per tutta l’Europa, il XIX è il secolo del romanticismo. Rimandando all’articolo generale sul romanticismo in letteratura, possiamo anticipare che i maggiori esponenti del romanticismo francese furono furono senza dubbio Madame De Staël e Victor Hugo; altre figure importanti furono François-René de Chateaubriand, Alfred De Musset, Alphonse de Lamartine.
Il romanzo, sin dall’inizio dell’Ottocento, riceve grande spinta dall’affermazione del sistema industriale, grazie alla diffusione della stampa a prezzi accessibili e alla formazione della società di massa: si impone come una vera e propria moda il feuilleton, o romanzo d’appendice, pubblicato a puntate sui giornali e costruito appositamente per avvincere e coinvolgere i lettori, con vicende soprattutto sentimentali o storiche. Il maestro del feuilleton è Alexandre Dumas padre. Questa abilità viene in parte ereditata da Alexandre Dumas figlio, scrittore molto meno prolifico, noto soprattutto per La signora delle camelie, romanzo sulla redenzione di una cortigiana grazie all’amore, che ispirerà l’opera La traviata di Verdi.

La signora delle camelie di Alexandre Dumas figlio ispirò Giuseppe Verdi per La traviata
Un altro nome noto nell’ambito della produzione di feuilleton è quello di George Sand, pseudonimo di Amandine-Lucie-Aurore Dupin, autrice parigina al centro di numerosi scandali per le sue relazioni e impegnata nel sostegno dell’emancipazione femminile oltre che in numerose rivendicazioni sociali.

George Sand
La prosa francese, tuttavia, non si limita al romanzo: in reazione al razionalismo illuminista e sotto l’influenza della letteratura gotica inglese e di quella fantastica tedesca, si sviluppa il filone del racconto fantastico, alimentato dal fascino per l’irrazionale, per l’oltretomba, il mistero e il soprannaturale. I capolavori del genere appartengono al parigino Prosper Mérimée, autore per esempio del racconto La Venere d’Ille, oltre che della novella Carmen, su cui si baserà il compositore Bizet per la sua celebre opera.

Prospère Merimée
Estranei al genere del romanzo d’appendice sono invece gli altri grandi romanzieri della letteratura francese della prima metà dell’Ottocento, insieme a Hugo: Stendhal, pseudonimo di Henry Beyle, e Honoré de Balzac. In questi autori è già presente il realismo che a partire dalla seconda metà del secolo sarà al centro di una vera e propria corrente letteraria, rappresentata soprattutto da Gustave Flaubert.
L’affermazione del realismo segna l’approssimarsi del romanticismo verso il declino, a causa della tendenza sempre più diffusa a rifiutare il sentimentalismo e il soggettivismo. Questa tendenza si manifesta anche in poesia con il movimento parnassiano (da Parnaso, la montagna greca delle Muse), che aspira a una poesia distaccata e impassibile, tecnicamente e formalmente controllata e perfetta, sostanziata dal culto della bellezza (Théophile Gautier).
La vera e propria chiusura con il romanticismo e l’inizio di una nuova fase poetica sono però rappresentati dall’opera di Charles Baudelaire, padre dei simbolisti e della poesia moderna in generale.
Oltre al realismo, nella seconda metà dell’Ottocento si afferma una nuova tendenza letteraria, strettamente legata all’elaborazione della filosofia positivista, il naturalismo. Questo movimento si propone di applicare alla letteratura il metodo scientifico di osservazione dei fenomeni naturali, che richiede la totale obiettività dell’osservatore rispetto all’oggetto di studio, in particolare la realtà quotidiana della società borghese e degli strati sociali inferiori. Per non inficiare i risultati dell’osservazione, lo scienziato/autore deve astenersi da qualsiasi intervento o commento nelle vicende che racconta, riportandole così come sono e lasciando che si sviluppino autonomamente davanti agli occhi del lettore.
Il teorico del naturalismo è Émile Zola, che descrive la società francese del Secondo impero in modo crudo e realistico.
Fra i giovani scrittori che si riuniscono intorno a Zola emerge soprattutto Guy de Maupassant, autore di racconti e romanzi caratterizzati da forte drammaticità e cupo pessimismo.
La fine dell’Ottocento vede l’affermazione di un’importante corrente letteraria e artistica, il decadentismo, che comprende tra i suoi sviluppi il simbolismo, movimento soprattutto poetico di cui Baudelaire è stato precursore e che spesso viene erroneamente identificato con il decadentismo stesso. Le caratteristiche principali del simbolismo sono il rifiuto aristocratico della società contemporanea e dell’impegno, la concezione dell’arte come aspirazione alla trascendenza e in particolare della poesia come strumento di conoscenza dell’essenza pura delle cose attraverso il simbolo, che elimina ogni mediazione logica con l’assoluto. Si tratta di un percorso che il poeta svolge individualmente, chiuso in sé stesso, in cui il pubblico non ha la minima rilevanza.
La figura più emblematica del simbolismo è Arthur Rimbaud, diretto erede di Baudelaire, innanzitutto per la vita dissoluta, anticonformista e autodistruttiva, poi per l’idea del poeta come indagatore profondo dei misteri dell’uomo e del mondo, attraverso la ricerca del mezzo linguistico più espressivo. Nella sua brevissima attività poetica (tra i 16 e i 19 anni), Rimbaud porta alle estreme conseguenze questa ricerca, sostenendo la necessità per il poeta di assumere il ruolo di veggente sconvolgendo la propria anima e la propria mente per trovare nel caos la conquista dell’ignoto e dell’assoluto (Illuminazioni). Questo si traduce in un linguaggio ai limiti dell’oscurità, svincolato dalle norme logiche e sintattiche e deformato attraverso analogie e associazioni ardite in nome di una maggiore comunicatività visionaria ed evocativa. L’idea della liberazione della parola da ogni vincolo avrà grande influenza sulle avanguardie di inizio Novecento come il futurismo.
Nei densi anni di attività poetica, Rimbaud vive anche una turbolenta relazione con un altro grande poeta simbolista, Paul Verlaine, che conduce un’esistenza viziosa e violenta e pone fine a questa relazione sparando all’amico e amante, pur senza ucciderlo. Dopo questa esperienza Verlaine vive in miseria e si dedica interamente alla poesia sulla scia di Baudelaire e Rimbaud, individuando però in particolare nella musicalità e nella vaghezza onirica dei versi la via attraverso cui il poeta giunge all’essenza delle cose. Sua è la raccolta I poeti maledetti da cui viene tratta l’espressione con cui vengono spesso definiti i poeti simbolisti o comunque irregolari, inquieti, anticonformisti.
Il vertice del simbolismo è rappresentato da un poeta contemporaneo a Rimbaud e Verlaine, Stéphane Mallarmé, considerato un vero e proprio maestro dai poeti che lo frequentano e dalle generazioni successive.

Edmond Rostand
Verso la fine del secolo nasce il cinema, il cui avvento è preannunciato dal teatro leggero (il cui maggior rappresentante fu Edmond Rostand con il suo Cyrano de Bergerac) e dal filone dei libri per ragazzi (Pel di carota di Jules Renard), opere rivolte al grande pubblico, proprio come il cinematografo.
Indice materie – Letteratura francese – Letteratura francese dell’Ottocento