La prima metà del Seicento è caratterizzata in Francia da un pluralismo religioso (cattolici e protestanti) e politico (monarchia e poteri feudali) che si esprime nel barocco con la libertà espressiva, gli artifici, il gusto per il bizzarro e per lo stupefacente. La letteratura francese barocca non esprime grandi autori, ma è un’esperienza importante per lo sviluppo successivo del classicismo.
Intorno alla metà del secolo, il pluralismo francese viene omogeneizzato dall’affermazione dell’assolutismo monarchico, che porta con sé una nuova concezione della realtà e dell’arte, basata sull’idea che tutto sia riducibile a uno schema essenziale e comprensibile che costituisce l’unica verità. Da qui deriva il rifiuto di ogni complicazione artificiosa e deviazione dalla razionalità che caratterizza il classicismo, non solo in letteratura, ma, per esempio, anche in filosofia, come nella riflessione di René Descartes (Cartesio), fondatore del razionalismo moderno.
Mentre la poesia e il romanzo risentono a lungo dell’influenza barocca, nel teatro il classicismo inizia a esprimersi presto, sulla base dei modelli classici e delle regole aristoteliche, ma con risultati originali, quali quelli di Pierre Corneille (Il Cid, L’illusion comique) prima, e soprattutto di Jean Racine (Andromaca, Fedra) dopo, durante la vera e propria età classica, nel ventennio 1660-80 del regno di Luigi XIV.

Pierre Corneille
Racine collabora e poi si scontra nel corso della sua carriera con Jean-Baptiste Poquelin, noto con lo pseudonimo di Molière e considerato uno dei più grandi autori di teatro europei.
La poesia classicista, invece, raggiunge i migliori risultati con la produzione favolistica di Jean de La Fontaine, autore delle Favole scelte messe in versi, che uniscono all’intento didattico, tipico dei modelli classici (Esopo, Fedro) e delle raccolte medievali, la rappresentazione pacatamente ironica dei molteplici aspetti della realtà umana.

Jean de La Fontaine
Il genere della fiaba, nello stesso periodo, ottiene grande successo anche in prosa, con la raccolta Racconti di mamma Oca di Charles Perrault, all’interno della quale si trovano per esempio le popolarissime Cappuccetto rosso, Il gatto con gli stivali, Cenerentola e La bella addormentata nel bosco.
Nel romanzo, il classicismo comporta la fine del genere avventuroso ispirato ancora alle leggende eroiche, sostituito dal più concreto romanzo storico e dai primi sviluppi del romanzo psicologico.
Alla fine del Seicento inizia il lento declino del regno di Luigi XIV, a cui si accompagna l’irrigidimento della precettistica classicista in direzione di una sterile ripetitività, mentre iniziano a essere poste le basi del pensiero illuminista.
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