Jean-Jacques Rousseau è l’intellettuale illuminista più originale sia dal punto di vista filosofico sia da quello letterario. Nato a Ginevra, vive un’infanzia turbolenta per la morte di parto della madre e per la fuga del padre a causa di una rissa; dopo un lungo periodo di vagabondaggio che lo porta a compiere i mestieri più diversi, finisce per stabilirsi nella casa di campagna di M.me de Warens, in Savoia.
Qui Rousseau approfondisce i propri studi, grazie ai quali lavora come precettore a Lione e poi a Parigi, dove entra nell’ambiente intellettuale e diventa amico di Diderot. Nello stesso periodo il filosofo conosce una povera cameriera che sposerà e da cui avrà cinque figli, tutti abbandonati in un ospizio.
Grazie a Diderot, Rousseau partecipa al concorso dell’Accademia di Digione con il Discorso sulle scienze e le arti, vince il primo premio e raggiunge una grande notorietà. In questa prima opera Rousseau definisce già la contrapposizione apparenza-verità che sarà alla base del suo pensiero: la civiltà, le scienze e le arti hanno costretto l’uomo in un sistema di apparenze che ne soffoca l’essenza, lo “stato di natura”, al quale ci si può ricongiungere attraverso il principale strumento di libertà, che non è semplicemente la ragione come per tutti gli illuministi, ma il sentimento, inteso come capacità di vedere sé stessi in maniera chiara. Il sentimento, quindi, non è irrazionalità, ma conoscenza di sé e, in quanto tale, unico strumento per individuare verità autentiche e quindi per riformare la società, a partire dallo stato naturale di ogni uomo. Rousseau sostiene per questo la necessità di una vita semplice e l’eliminazione delle disuguaglianze.
Il filosofo sviluppa queste riflessioni di base nelle sue opere successive da prospettive diverse, per esempio ne Il contratto sociale, trattato politico-sociale che individua alla base di uno stato civile un patto di uguaglianza fra cittadini liberi, nell’Emilio o Dell’educazione, trattato pedagogico mirato a educare alla moralità e alla felicità dello stato naturale, e nel romanzo Giulia o la nuova Eloisa, che cerca una conciliazione tra passione e virtù. L’educazione è uno dei temi più cari a Rousseau, convinto che attraverso di essa si possa e si debba migliorare concretamente la società.

Non tutti sanno che Jean-Jacques Rousseau fu odiato da Voltaire che non sopportava il suo carattere plebeo
Queste opere, per la loro portata innovativa, costringono Rousseau alla fuga, prima in Svizzera e poi in Inghilterra; qui Rousseau scrive il suo capolavoro letterario, Confessioni, un’autobiografia (spesso ambigua e mistificata) che ha la funzione di purificare il suo autore riportandolo allo stato di innocenza e autenticità naturale. L’opera è interessante perché in essa si intrecciano verità e menzogne, più o meno consapevoli, che rivelano molto della complessa personalità di Rousseau e delle sue contraddizioni, oltre che la sua convinzione di non essere compreso dai contemporanei.
Jean-Jacques Rousseau – Biografia e opere
- 1712 – Nasce a Ginevra
- 1722 – Il padre lo manda a pensione da un pastore di Bossey
- 1724 – Rientra a Ginevra dallo zio e inizia a lavorare come apprendista di un cancelliere prima, e di un incisore poi
- 1728 – Lascia Ginevra; abiura il protestantesimo e si converte al cattolicesimo
- 1728-1731 – Si trasferisce a Torino dove lavora come domestico
- 1731-1742 – Cambia più volte città di residenza
- 1743 – Dissertazione sulla musica moderna (Dissertation sur la musique moderne)
- 1743-1744 – Soggiorna a Venezia
- 1744 – A Parigi incontra Marie-Thérèse Levasseur con cui avvia una relazione che avrebbe visto la nascita di cinque figli
- 1750 – Discorso sulle scienze e le arti (Discours sur les sciences et les arts)
- 1753 – L’indovino del villaggio (Le Devin du Village)
- 1753 – Narciso o l’amante di sé stesso (Narcisse ou l’amant de lui-même)
- 1756 – Si stabilisce a Montmercy
- 1761 – Giulia o la nuova Eloisa (Julie ou la nouvelle Heloïse)
- 1762 – Émile, o dell’educazione (Émile, ou De l’éducation)
- 1768 – Sposa Marie-Thérèse Levasseur
- 1772 – Pigmalione (Pygmalion)
- 1778 – Muore a Ermenonville
Frasi celebri di Jean-Jacques Rousseau
Conosco troppo gli uomini per ignorare che spesso l’offeso perdona, ma l’offensore non perdona mai.
Una delle proprietà della virtù è di non suscitare invidia.
L’uomo è nato libero e ovunque si trova in catene. Anche chi si crede il padrone degli altri non è meno schiavo di loro.
Il cuore dell’uomo è il suo paradiso o il suo inferno.
Siete perduti, se dimenticate che i frutti sono di tutti e la terra di nessuno!
È soprattutto nella solitudine che si sente il vantaggio di vivere con qualcuno che sappia pensare.
Tutti lavoriamo per arrivare al riposo: è ancora la pigrizia a renderci laboriosi.
Tutti, schiavi e vittime dell’amor proprio, non vivono per vivere, ma per far credere di aver vissuto.
Chiunque arrossisce è già colpevole: la vera innocenza non ha vergogna di niente.
La pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce.
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