Jacques il fatalista e il suo padrone è un romanzo filosofico di Diderot nel quale, in forma dialogica, viene posto il problema della libertà. L’opera racconta i viaggi di Jacques e del suo padrone ma è in realtà una metanarrazione. Durante il loro vagabondare, ispirato alla tradizione del Grand Tour, i due infatti dialogano su temi vari, continuamente interrotti sia dall’incontro di nuovi e variegati personaggi, sia dall’intervento dell’autore.
Diderot scrisse il romanzo nel 1796 durante i suoi soggiorni nei Paesi Bassi e in Russia, e in esso mette in ridicolo il romanzo d’avventura, interrompendo l’azione nel momento chiave. Questi interventi costanti dell’autore che conduce il gioco ricordano continuamente che si tratta di una storia inventata. Tuttavia all’interesse filosofico dell’insieme si abbina l’interesse romanzesco e umano di numerosi episodi e racconti secondari.
L’opera fu inserita nell’Indice dei libri proibiti a causa delle critiche alla Chiesa e di temi come il materialismo e la sessualità, per i quali il testo in Francia fu considerato osceno, mentre fu molto apprezzato dagli intellettuali romantici tedeschi.

Denis Diderot
Jacques il fatalista e il suo padrone – Trama
Durante un viaggio Jacques viene costretto dal suo padrone, mai chiamato per nome, a raccontare la storia dei suoi amori per combattere la noia, ma il suo racconto viene continuamente interrotto dagli incontri con altri personaggi che a loro volta hanno storie da raccontare, di solito umoristiche e/o romantiche, spesso fitte di inganni. A interrompere le varie narrazioni interviene anche la figura di un lettore che si rivolge al narratore per chiedere chiarimenti, porre domande o avanzare obiezioni.
La storia degli amori di Jacques è in realtà ripresa da quello che è considerato uno dei primi romanzi della storia della letteratura, Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo. Jacques è definito “il fatalista” perché ritiene che tutto quello che succede nel mondo è già stato scritto.
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