La classificazione dei vulcani può essere fatta a seconda della qualità del magma, della forma del cratere o dell’attività eruttiva.
A seconda della qualità del magma, i vulcani possono avere eruzioni effusive, tipiche delle dorsali oceaniche, esplosive o miste e il magma è rispettivamente, basico, acido o di chimica intermedia.
A seconda del cratere, i vulcani si dividono in vulcani a cono, a scudo e sottomarini. I primi sono caratterizzati da un condotto lineare e sbocco puntiforme, sono a forma di cono con pendenza elevata e hanno lave acide. In quelli a scudo la pendenza non è elevata, la forma può essere anche quella di uno scudo largo e piuttosto piatto e le lave sono basiche. Negli ultimi il condotto è un piano di frattura della crosta, sono tutti subacquei e coincidono con le dorsali oceaniche.
In base all’attività eruttiva la classificazione dei vulcani prevede sei tipologie.
Il tipo hawaiano (Mauna Loa) è caratterizzato da colate fluide e dalla mancanza di esplosioni; di solito con edifici a scudo.

Veduta del Mauna Loa (Hawaii, alt. 4.169 m), il più grande vulcano della Terra per volume
Il tipo islandese (vulcani dell’Islanda) è costituito dai vulcani fissurali con le eruzioni che avvengono attraverso lunghe fenditure e non da un cratere circolare.
Il tipo stromboliano (Etna e Stromboli) ha colate meno fluide e violente esplosioni, con eruzioni a intervalli piuttosto regolari.
Il tipo vulcaniano (Vulcano) ha eruzioni esplosive con emissione di bombe di lava e nuvole di gas cariche di ceneri. Le esplosioni possono produrre fratture, la rottura del cratere e l’apertura di bocche laterali.
Il tipo vesuviano (Vesuvio) è simile al vulcaniano con la differenza che l’esplosione iniziale è violentissima con lo svuotamento di gran parte della camera magmatica; si ricorda la distruzione di Pompei nel I sec. d.C.
Il tipo pliniano (o peleano dal nome del vulcano La Pelée) produce lava molto viscosa che non riesce a fuoriuscire formando cupole o guglie e nubi di gas incandescente dette nubi ardenti.
Un discorso a parte meritano le grandi caldere, strutture caratterizzate dal non avere un edificio vulcanico quanto semmai una vasta depressione di origine vulcanica (detta caldera); all’interno della caldera ci sono vari crateri più o meno formati. Non è mai stata osservata un’eruzione di questo tipo di caldere (che hanno periodi di eruzione di centinaia di migliaia di anni). Gli esempi più noti di questo tipo di apparati sono la caldera di Yellowstone (che si estende sotto l’omonimo parco) e i campi Flegrei.
I vulcani si possono poi ancora suddividere in nuovi, attivi, quiescenti o spenti a seconda delle loro attività. Attualmente si contano circa 1.500 vulcani attivi (che hanno eruttato negli ultimi 10.000 anni) di cui circa 300 sono in eruzione.
Il vulcano più alto del mondo è il Nevado Ojos del Salado (Cile) alto quasi 7.000 m. In realtà, se si considera il volume piuttosto che l’altezza, i vulcani più grandi sono quelli a scudo (la valutazione è ulteriormente complicata dal fatto che molti sono sottomarini e altri sono considerati attivi, ma con l’ultima eruzione a migliaia di anni fa). Per esempio, il Mauna Loa (Hawaii) è alto circa 4.000 m, ma la sua base è situata 6.000 m sotto il livello del mare, perciò la sua altezza effettiva è di 10.000 m, mentre il suo diametro alla base è di circa 250 km.
In Italia si contano 10 vulcani attivi (Colli Albani, Campi Flegrei, Vesuvio, Ischia, Stromboli, Lipari, Vulcano, Etna, Pantelleria, Isola Ferdinandea), ma solo Stromboli ed Etna sono in attività persistente.
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