La prima scuola degli scettici (IV-III sec. a.C.) è fondata da Pirrone di Elide. Lo scetticismo nega la possibilità di raggiungere la verità o la certezza da parte della mente umana; lo scetticismo pirroniano è caratterizzato da un atteggiamento radicale di epochè (sospensione del giudizio). Questo atteggiamento porta all’atarassia, cioè il filosofo non deve formulare opinioni rispetto alle cose sensibili, all’afasia, cioè non deve avere alcuna opinione da comunicare, all’apatia, cioè non deve abbandonarsi alle passioni.
La seconda scuola scettica (III-II sec. a.C.), identificata con la seconda e la terza accademia, ha Carneade di Cirene come massimo rappresentante; con lui, lo scetticismo viene attenuato nella forma della verosimiglianza (se non posso dire che è vero è però probabile). Carneade è sinonimo di persona poco nota a causa della citazione ne I promessi sposi di Alessandro Manzoni: Don Abbondio sta leggendo un panegirico in onore di San Carlo Borromeo, all’interno del quale è menzionato il filosofo. Non ricordando chi sia il filosofo, esclama tra sé e sé “Carneade! Chi era costui?”.
La terza scuola (dal I sec. a.C. al II d.C.), con Enesidemo di Cnosso, Agrippa e Sesto Empirico, ritorna a possedere l’originario carattere radicale, di tipo pirroniano.

Gli scettici negano che l’uomo possa costruirsi una rappresentazione affidabile della realtà, perché la percepisce con i sensi, che sono inaffidabili
Indice materie – Filosofia – Scettici