Con i presocratici (soprattutto con la scuola di Mileto), la filosofia si allontana dalla poesia epica (Omero, Esiodo, ecc.), dalla religione e dalla politica (per es. Solone) e inizia a studiare la natura (in greco ph´ysis), vista come unità che anima tutti i fenomeni.
Gli ionici
Il pensiero filosofico dei presocratici nasce nelle colonie della Ionia, situate sulle coste dell’Asia Minore, in particolare a Mileto (scuola di Mileto).
Talete (VI sec. a.C.) è considerato il fondatore della filosofia come disciplina e modo di pensare; con lui inizia la ricerca dell’archè, cioè dell’elemento che sta a fondamento di tutto. Fonda la scuola ionica e la sua fama è nota in tutta l’antichità, tanto da essere annoverato tra i Sette Sapienti. Per primo riconduce l’origine delle cose non più a una forza divina, ma a un principio naturale, identificabile nell’acqua. Oltre alla filosofia, conduce importanti studi di matematica e di astronomia, importando in Grecia le conoscenze egizie e mesopotamiche.
Anassimandro succede a Talete alla guida della scuola ionica. È considerato l’inventore dell’orologio solare. Fonda l’origine del mondo sul principio dell’apeiron, l’infinito o illimitato da cui si originano tutte le cose per la separazione degli opposti. Secondo la visione di Anassimandro, il mondo è un meccanismo esclusivamente naturale, che non prevede l’intervento di entità soprannaturali.
Discepolo di Anassimandro, Anassimene ritiene che l’aria (il respiro del mondo) sia l’archè e che le sostanze si originino da essa per un processo di rarefazione (per esempio il fuoco) e di condensazione (acqua e terra).
Gli eleati
L’eleatismo nasce nell’Italia meridionale, nelle colonie greche (in particolare a Elea e a Samo).
Fondatore della scuola eleatica, Parmenide (VI-V sec. a.C.) ha un grande influsso sulla filosofia greca perché per la prima volta introduce e sviluppa il problema dell’essere. In contrapposizione a Eraclito, Parmenide sostiene che solo l’essere è, negando l’esistenza del non-essere e, come conseguenza, del movimento e del divenire: solo ciò che esiste può essere pensato e detto.
Più complessa di quella degli ionici è l’opera di Eraclito che sviluppa i concetti dei predecessori introducendo il concetto di dinamismo (“tutto scorre”); la legge dei contrari (ogni realtà passa da un opposto all’altro) regola il dinamismo della natura generando una sintesi molto armoniosa e permette la conoscenza (noi sappiamo che è giorno perché conosciamo la notte). Secondo Eraclito, è il fuoco l’archè della natura.
Zenone, discepolo di Parmenide nella scuola di Elea, è considerato il fondatore della dialettica. Per difendere la dottrina dell’unicità e dell’immobilità, applica il metodo di riduzione all’assurdo (per provare la verità di una tesi si dimostra la falsità dell’antitesi). Famosi sono i paradossi di Achille e la tartaruga e quello della freccia con i quali, dividendo il tempo e lo spazio all’infinito, mette in discussione i concetti di movimento e di continuità.

Panta rhei, “tutto scorre”, è il più celebre aforisma dei presocratici, attribuito a Eraclito dai filosofi successivi per sintetizzare il suo pensiero
Il paradosso di Achille e la tartaruga
Il piè veloce Achille deve raggiungere una tartaruga che ha un certo vantaggio, diciamo il tratto AB:
A_______________B________C____D
Quando Achille sarà in B, la tartaruga sarà in C; quando Achille arriverà in C la tartaruga sarà in D e così via. Per quanto si avvicini Achille non raggiungerà mai la tartaruga.
La matematica arrivò a spiegare il paradosso solo nel XVI sec. introducendo il concetto di convergenza di una serie infinita. In realtà esiste una spiegazione molto più semplice, tipicamente informatica. Un elaboratore considera lo spazio e il tempo discreti; il quanto spaziale (odone) e il quanto temporale (cronone) sono i più piccoli intervalli di spazio e di tempo esprimibili. Il vantaggio della tartaruga è via via più piccolo; quando raggiunge la dimensione di un odone, basta che la velocità di Achille sia di un odone/cronone superiore a quella della tartaruga perché al cronone successivo ci sia il ricongiungimento e l’eventuale sorpasso. Sostanzialmente il ragionamento di Zenone sembra corretto perché noi assumiamo lo spazio e il tempo continui; se li assumiamo discreti, l’e così via del discorso zenoniano non ha senso.
Per rendere più immediata la comprensione del paradosso, Albanesi (2004) ha proposto la seguente versione del paradosso di Zenone. Un orologio segna le due. La lancetta delle ore (che è più lenta, tartaruga) ha un certo vantaggio su quella dei minuti (che è più veloce, Achille). Il sorpasso è reso possibile dal fatto che il movimento delle lancette è discreto, anche se a un osservatore distante potrebbe sembrare continuo; ogni minuto entrambe avanzano, la lancetta delle ore di un tratto angolare α, quella dei minuti di un tratto 12α. Il vantaggio iniziale è di 120α. All’undicesimo minuto si ha il sorpasso.
I pluralisti
Una svolta nella spiegazione della realtà si ha con i pluralisti che, a differenza dei primi filosofi della scuola di Mileto, ritengono la realtà costituita da una molteplicità di principi.
Empedocle, per esempio, concepisce il nascere e il morire come l’unione o la disgregazione di quattro principi: aria, acqua, terra e fuoco. Ogni elemento è eterno e non alterabile (come l’essere di Parmenide).
I principi sono animati dall’amore (amicizia) e dall’odio (discordia), agenti unificanti o disgreganti: il cosmo è una fase intermedia fra lo sfero (fase dove c’è solo amore) e il caos (fase dove c’è solo odio). Empedocle propone poi anche una teoria della conoscenza secondo la quale il simile conosce il simile.
Anassagora ritiene che ogni cosa contenga gli elementi originali di tutte le cose. Tali elementi fondamentali (semi, poi detti omeomerie), dapprima riuniti nel caos originario, sono regolati dal Nous, l’intelletto supremo ordinatore del mondo.
I sofisti
Con i sofisti la ricerca dei presocratici si sposta dallo studio dell’universo a quello dell’uomo. Il metodo deduttivo viene sostituito da quello induttivo (cioè, al contrario di quello deduttivo, che va dal generale al particolare, si arriva alla definizione di principi generali a partire dall’osservazione di casi particolari).
L’ateniese Protagora (V sec. a.C.) è ritenuto il fondatore della sofistica e del relativismo occidentale. Secondo Protagora, l’uomo va preso come misura di ogni cosa, negando così che si possa giungere a un criterio di carattere assoluto per l’individuazione dell’essere, favorendo invece una visione prettamente relativistica. La virtù è basata sull’utile e non sul bene: il sofista possiede e insegna la virtù dell’accortezza, di saper scegliere ciò che è utile per sé e per la polis. Sostiene anche l’impossibilità di dimostrare l’esistenza degli dei, tesi che gli costa un’accusa di empietà. Nelle Antilogie mostra che ogni proposizione può essere detta e subito contraddetta.
Il sofista Gorgia di Lentini giudica negativamente la dottrina eleatica e nega qualsiasi rapporto tra pensiero e realtà (nichilismo); secondo Gorgia nulla esiste, se anche esistesse non sarebbe conoscibile e se anche fosse conoscibile non sarebbe esprimibile. Questa conclusione mette in rilievo un elemento positivo, ovvero l’importanza delle parole e dell’autonomia del linguaggio sul piano della persuasione.
Gorgia è considerato l’inventore della retorica. Affermatosi come oratore e maestro di eloquenza, introduce nella prosa effetti ritmici particolari, l’uso di figure retoriche e termini del linguaggio poetico.
La degenerazione della scuola sofistica arriva all’eristica, l’arte di confutare un’affermazione senza considerarne verità o falsità.
Fanno parte dei presocratici anche Pitagora e la sua scuola e Democrito, fondatore dell’atomismo.
Presocratici – Frasi
Molte parole non sono mai indizio di molta sapienza. – Talete
Gli dei hanno dato agli uomini due orecchie e una bocca per poter ascoltare il doppio e parlare la metà. – Talete
L’essere è, il non essere non è, pensare ed essere sono la stessa cosa. – Parmenide
La natura di Dio è un cerchio il cui centro è ovunque e la cui circonferenza non è da nessuna parte. – Empedocle
La potenza della parola nei riguardi delle cose dell’anima sta nello stesso rapporto della potenza dei farmaci nei riguardi delle cose del corpo. – Gorgia
Se l’essere è eterno, è illimitato; se è illimitato, non sta in nessun luogo; e se non sta in nessun luogo, non esiste. – Gorgia
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