Il femminismo è un movimento di rivendicazione dei diritti economici, civili e politici delle donne; sul piano teorico è la critica della condizione tradizionale della donna con la proposta di nuove relazioni tra i generi nella sfera privata e una diversa collocazione sociale in quella pubblica.
Anche se una prima fase delle rivendicazioni femminili si può trovare già nel XVII sec., è solo con la Rivoluzione francese (partecipazione delle donne a movimenti politici) che si può dire sia nato il femminismo.
La personalità più importante, praticamente la prima vera femminista, deve considerarsi Mary Wollstonecraft che alla fine del XVIII sec. critica la dipendenza e la schiavitù delle donne (condizioni favorite da monarchia, aristocrazia, clero e primogenitura), rivendicando una loro liberazione intellettuale, politica ed economica (Rivendicazione dei diritti delle donne).
Dopo la Rivoluzione francese, nell’800, in Europa e negli Stati Uniti si sviluppa l’idea della separazione fra corpo (donna) e ragione (uomo) che porta alla divisione fra sfera pubblica/razionale (maschile) e sfera privata/affettiva femminile.
La reazione a questo dualismo fa nascere i primi movimenti suffragisti e femministi che rivendicano i diritti di cittadinanza per le donne. Nella seconda metà del XIX sec. tali movimenti vengono appoggiati anche da filosofi come l’inglese Mill che sostiene che la condizione femminile è un sintomo della civiltà di una nazione e rivendica la parità di diritti civili e politici con il sesso maschile e l’ammissione delle donne a tutte le funzioni e occupazioni. L’elaborazione socialista della questione femminile venne formulata da Bebel, ma le campagne di emancipazione, alle quali parteciparono numerose intellettuali, non ebbero tuttavia i risultati sperati.
Solo nel dopoguerra, preceduto dall’opera della scrittrice Virginia Woolf (nel saggio Le tre ghinee fa il punto della condizione femminile, ritenendola ancora troppo influenzata dalle scelte maschili), il femminismo riprende slancio e vigore che nei Paesi più avanzati si concretizzano in risultati pratici.

Virginia Woolf fu attivista dei movimenti femministi per il suffragio esteso alle donne, e scrisse saggi sulla parità di diritti
Simone de Beauvoir ne Il secondo sesso esamina le radici profonde dell’oppressione femminile, sostenendo che il rapporto con la natura e la cultura della donna sono comunque mediati dall’uomo. La sua opera resta il punto di riferimento del femminismo attuale.
Gli ultimi sviluppi del femminismo (con le americane Koedt e Brownmiller, la belga Irigaray e l’italiana Lonzi) si soffermano sulla condizione sessuale della donna (differenziazioni anatomiche, orgasmo, stupro ecc.) per una completa affermazione dei valori femminili.
Femminismo – Frasi
Non c’è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente. – Woolf
Per tutti questi secoli le donne hanno svolto la funzione di specchi, dotati della magica e deliziosa proprietà di riflettere la figura dell’uomo a grandezza doppia del naturale. – Woolf
Se ha intenzione di scrivere romanzi, una donna deve possedere denaro e una stanza tutta per sé. – Woolf
Di per se stessa, l’omosessualità è limitante quanto l’eterosessualità: l’ideale sarebbe essere capaci di amare una donna o un uomo; indifferentemente, un essere umano, senza provare paura, limiti, od obblighi. – De Beauvoir
Nessuno è di fronte alle donne più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità. – De Beauvoir
Essere donna non è un dato naturale, ma il risultato di una storia. Non c’è un destino biologico e psicologico che definisce la donna in quanto tale. Tale destino è la conseguenza della storia della civiltà, e per ogni donna la storia della sua vita. – De Beauvoir
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