Georg Hegel (XVIII-XIX sec.) è considerato il massimo esponente dell’idealismo tedesco. In tutte le sue opere egli propugna il suo approccio alla filosofia che, partendo dal rifiuto della concezione di Kant, intende ristabilire la filosofia come sapere assoluto, che deve abbracciare la totalità dell’esperienza umana.
Nella Fenomenologia dello spirito descrive il cammino della coscienza naturale verso il sapere assoluto. La fenomenologia dello spirito è suddivisa in sei momenti, ma Hegel si sofferma soprattutto sull’analisi di tre momenti (essere/coscienza, essenza/autocoscienza e concetto/ragione) sui quali si fonda la struttura logica della realtà, analizzati nella Scienza della logica. A questo scopo elabora un metodo specifico, la dialettica, che interpreta quel processo verso l’assolutezza del sapere attraverso la ragione e lo spirito. La dialettica è un processo continuo e circolare che si fonda su tre momenti principali: tesi (lo stato di partenza, la cosa in sé), antitesi (la negazione del dato di partenza, ogni parte della realtà racchiudendo in sé il suo opposto) e sintesi (il processo per cui la razionalità origina una nuova entità con aspetti di entrambe le fasi precedenti).
Diversamente dal neoplatonismo, Hegel assegna alla dialettica una valenza positiva: mentre per i neoplatonici la dialettica porta alla verità, che però ne resta al di sopra (a un livello trascendente), Hegel identifica la verità con la dialettica, cioè col divenire. Anche sul piano ontologico Hegel capovolge la prospettiva precedente: la dialettica non è il processo con cui Dio nasconde sé stesso generando il mondo, ma quello con cui afferma sé stesso, giungendo a coincidere col mondo e con la storia.
I tre capisaldi dell’opera hegeliana sono dunque la logica, la filosofia dello spirito e quella della natura. “Solo il reale è razionale e solo il razionale è reale” è il principio hegeliano che implica che per realtà si intenda il mondo concreto in cui l’uomo deve vivere, cioè la natura e la cosiddetta seconda natura, che comprende il diritto, la moralità e l’eticità.
L’idealismo hegeliano viene tradizionalmente definito assoluto proprio perché concepisce la realtà come un organismo o sistema integralmente razionale. L’idea di libertà si realizza compiutamente nell’epoca moderna, perché solo con il cristianesimo si afferma il principio che l’uomo è libero per sua natura. Ma non è la religione, bensì la filosofia che deve rendere l’uomo consapevole di questa libertà.
Dopo la morte di Hegel, i suoi allievi si dividono in due correnti che divergono sull’interpretazione del rapporto fra filosofia hegeliana e cristianesimo. La destra sostiene la concordanza tra hegelismo e cristianesimo e vedono nella filosofia di Hegel lo strumento più adatto a giustificare le verità essenziali della religione cristiana. La sinistra è invece più critica e razionale.
Feuerbach è il massimo esponente della sinistra hegeliana e assertore della religione come alienazione dell’uomo (Essenza del cristianesimo). Tramite l’oggettivazione della propria essenza, e considerando la stessa come reale, l’uomo arriva ad adorarla come Dio.
I dogmi religiosi, secondo Feuerbach, non sono altro che proiezioni di pensieri e desideri umani verso Dio; solo tramite la riappropriazione della propria essenza, il riconoscimento della realtà, l’uomo potrà superare l’alienazione della sua stessa personalità. Rovesciando il percorso hegeliano, l’uomo trova il suo pensiero nell’insieme dei bisogni sociali, materiali e politici.

La filosofia di Hegel è fortemente influenzata da Aristotele
Biografia e opere
Hegel nasce a Stoccarda nella seconda metà del Settecento e segue un’istruzione di impronta classica, avvicinandosi alla filosofia con l’università. Dopo la laurea diventa precettore mentre scrive le prime opere, che mostrano il suo graduale distacco dall’influenza di Kant (Lo spirito del Cristianesimo e il suo destino, Frammenti di sistema). Si trasferisce poi a Jena, ospite di Schelling, con cui pubblica un giornale filosofico e scrive Sistema dell’eticità. Qui nel 1807 pubblicherà la sua prima grande opera, Fenomenologia dello spirito, che provoca la rottura del suo rapporto con Schelling. A seguito di ciò, Hegel si trasferisce a Norimberga, dove diventa rettore universitario e si sposa. La sintesi del suo pensiero è contenuta però nell’Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, pubblicata nel 1816.
Pochi anni dopo il filosofo si reca a Berlino, dove pubblica Lineamenti di filosofia del diritto, trovandosi però costretto a adattare la propria opera per sfuggire alla censura diventata rigida a causa delle ribellioni studentesche di stampo democratico.
Dopo numerosi viaggi e prese di posizione contro le rivoluzioni liberali in Europa, Hegel muore improvvisamente di colera nel 1831.
Hegel – Frasi celebri
Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono.
Ciò che è razionale è reale; ciò che è reale è razionale.
La storia del mondo non è altro che il progresso della consapevolezza della libertà.
Non c’è niente di più profondo di ciò che appare in superficie.
Il male è il motore della storia.
Nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione.
A colui che guarda razionalmente il mondo, il mondo a sua volta presenta un aspetto razionale. Il rapporto è reciproco.
Tutto ciò che è umano, comunque appaia, è umano soltanto perché vi opera e vi ha operato il pensiero.
Indice materie – Filosofia – Hegel