In Italia, un’importante reazione al pensiero di Cartesio si ha con Giambattista Vico (XVII-XVIII sec.) che rifiuta il cogito cartesiano, contrapponendogli la complessità della natura umana nella quale, oltre alla ragione, esistono anche fantasia, sentimento e intuizione, assumendo come unico criterio di verità il fatto. Fa oggetto di studio anche la storia (la nuova scienza, presentata nel suo capolavoro Scienza nuova), nella quale individua l’attuarsi del progressivo sviluppo dello spirito umano e i corsi e ricorsi storici, ossia tre età che si ripetono ciclicamente: l’età degli dei (gli uomini sono solo spettatori della natura che non sono in grado di comprendere e che identificano con la divinità), l’età degli eroi (dove predomina la fantasia) e l’età degli uomini o della ragione (dove la riflessione razionale sulle età precedenti porta a grandi mutamenti in campo sociale, religioso e civile).

Giambattista Vico pone le fondamenta delle scienze sociali e della semiotica
Biografia
Vico nasce nella seconda metà del Seicento a Napoli e dopo studi irregolari si laurea in diritto, poi si forma da autodidatta in filosofia studiando in particolare Platone e il platonismo italiano e Aristotele. Si dedica all’insegnamento per provvedere economicamente a sé e alla famiglia e intanto elabora la propria filosofia della natura. La lettura di Bacone e Grozio lo fa avvicinare alla filosofia giuridica e storica e genera le sue opere principali, il Diritto unviersale e La scienza nuova.
Giambattista Vico – Frasi celebri
I governi devono essere conformi alla natura degli uomini governati.
La fantasia altro non è che memoria o dilatata o composta.
Il più sublime lavoro della poesia è alle cose insensate dare senso.
I nativi costumi, e sopra tutto quello della natural libertà, non si cangiano tutti ad un tratto, ma per gradi, e con lungo tempo.
Gli uomini prima sentono senz’avvertire, dappoi avvertiscono con animo perturbato e commosso, finalmente riflettono con mente pura.
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