L’epistemologia nasce nel XIX sec a causa del sempre maggior distacco della scienza dalla filosofia. La definizione: l’epistemologia è quella parte della filosofia che ha come oggetto lo studio critico della conoscenza scientifica per stabilirne i criteri di validità, analizzandone i fondamenti, la natura e i limiti. Si propone di individuare criteri rigorosi che consentano di distinguere tra giudizi scientifici e giudizi di opinione che riguardano problemi morali, religiosi, metafisici ecc. È divenuta una parte fondamentale della filosofia della scienza, che si occupa della struttura del discorso scientifico, dei fondamenti della scienza e dei rapporti tra scienza ed etica.
In senso lato, con scienza si definiva quella conoscenza che include in sé una garanzia di validità: originariamente questo è il significato che la filosofia dà alla scienza, ma con Galileo e Newton la scienza moderna si stacca dalla ricerca filosofica grazie ai grandi successi della ricerca sperimentale.
Attorno al 1930, grazie al neopositivismo, l’epistemologia diventa autonoma e ha un grande sviluppo, con l’affermazione del principio di verificazione empirica quale criterio di verità delle teorie scientifiche (verificazionismo).
Divergendo leggermente, Popper sostiene che ogni teoria è accettabile soltanto fino a che un suo asserto di base non viene smentito dall’osservazione (falsificazionismo).
Negli anni ’60, il saggio La struttura delle rivoluzioni scientifiche di Kuhn apre una prospettiva relativistica, estremizzata dall’anarchismo metodologico di Feyerabend.
Sostanzialmente, l’epistemologia cerca di fissare regole per distinguere la scienza dalle pseudoscienze. Tre sono i principali criteri, la mancanza di contraddizioni, la testabilità della teoria (cioè la ricerca di falsificatori potenziali della teoria, in accordo con Popper), la fecondità della teoria, cioè la capacità di risolvere tutti o gran parte dei problemi risolti dalle teorie concorrenti.

Il termine epistemologia fu coniato nel 1854 dal filosofo scozzese James Frederick Ferrier
Intervengono poi altri fattori di scelta fra due teorie accettate, per esempio la semplicità o la qualità estetica.
Fondamentale per lo scienziato è la spiegazione della teoria; sia per i verificazionisti sia per i falsificazionisti la spiegazione deve ricondurre enunciati particolari sotto enunciati generali in una catena deduttiva, in cui l’enunciato di base sia deducibile da una legge generale. I recenti sviluppi dell’epistemologia (Feyerabend, Hesse, Lakatos) tendono a una critica di questo modello di spiegazione, complicando ulteriormente il rapporto fra scienza e natura.
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