La similitudine è una figura retorica di significato ovvero basata sul trasferimento di significato da un’espressione a un’altra (tra gli esempi di figure di significato, dette anche di contenuto, si possono citare, oltre alla similitudine, anche la metafora, la metonimia, l’antonomasia, l’eufemismo, la litote, l’iperbole, la perifrasi, la sineddoche ecc.). Il termine similitudine deriva dal latino similitudo il cui significato letterale è somiglianza.
La similitudine consiste nel confronto tra due identità, in una delle quali si ravvisano proprietà che sono simili e sostanzialmente paragonabili a quelle dell’altra; tale confronto è fatto ricorrendo a espressioni quali “come”, “similmente a”, “così come”, “assomiglia a”, “sembra” ecc.
È importante non confondere la similitudine con un’altra nota figura retorica, la comparazione; sia nella prima che nella seconda si confrontano due entità, ma nel caso della similitudine non è possibile l’intercambiabilità dei termini di paragone perché ciò altererebbe il senso; gli esempi seguenti chiariranno meglio questo concetto. Prendiamo, come esempio questa frase:
“Il mio cagnolino pesa come un bambino di due mesi”; è una frase che ha perfettamente senso, e il senso rimane anche se scambiamo i termini di paragone: “Un bambino di due mesi pesa come il mio cagnolino”; in questo caso siamo di fronte a una comparazione (c’è reversibilità), non si tratta di similitudine.
Prendiamo invece questa frase:
“Il rimorso è pesante come questo macigno”; qui si è fatto ricorso a una similitudine; il significato della frase è chiarissimo; non è possibile però la reversibilità; non avrebbe infatti alcun senso dire “Questo macigno è pesante come il rimorso”.
Per inciso, se diciamo “il rimorso è un macigno” non stiamo facendo ricorso a una similitudine, ma a una metafora; similitudine e metafora sono due figure retoriche di significato molto simili, ma nella seconda si registra l’assenza di avverbi di paragone o locuzioni avverbiali. Per approfondire questo punto si consulti la scheda Differenza tra similitudine e metafora.

Nella frase “quella ragazza è splendente come il sole” si fa ricorso alla figura retorica della similitudine
Similitudine – Esempi
La similitudine è una figura retorica ricorrente, sia nel linguaggio parlato sia in quello scritto; frequente il suo impiego anche nella poesia. Vediamo alcuni esempi tipici del linguaggio quotidiano:
Maria è svelta come un fulmine.
Attilio è lento come una lumaca.
Giulia è splendente come il sole.
Andrea è diventato rosso come un peperone.
Di seguito alcuni esempi di similitudine tratti da famose poesie:
“…quando partisti, come son rimasta!
come l’aratro in mezzo alla maggese…”. (Lavandare, Pascoli).
“Fresche le mie parole ne la sera ti sien
Come il fruscio che fan le foglie
del gelso…” (La sera fiesolana, D’Annunzio).
“Tu sei come una giovane
una bianca pollastra” (A mia moglie, Saba)
“Tu sei come la provvida
Formica”. (A mia moglie, Saba)
“Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie” (Soldati, Ungaretti).
“Gli venne dunque incontro
con la nutrice che aveva in braccio il bambino,
il figlio amato di Ettore, simile a chiara stella” (Iliade, Omero).

“La montagna era come un mantello bianco” è un esempio di similitudine; “La montagna era un mantello bianco” è una metafora; la metafora è quindi una sorta di similitudine abbreviata