La prolessi è una figura retorica di sintassi che consiste nell’anticipare una parte di una frase che nella normale costruzione sintattica verrebbe dopo, secondo le regole grammaticali. L’anticipazione può riguardare anche una frase intera, nel caso di periodi composti da più frasi.
Da questo punto di vista la prolessi è simile all’anastrofe, ma rispetto a essa ha la specifica funzione di anticipare l’argomento della frase.
In ambito retorico però la prolessi può essere anche la confutazione di un’obiezione prima che venga espressa; oppure consiste nel porre sullo stesso piano due eventi che sono collegati invece da un nesso di causa ed effetto, quindi sono cronologicamente separati (per esempio, “si calmarono le placide onde”: le onde diventano placide dopo essersi calmate, in realtà).
Bisogna fare attenzione al significato del termine prolessi in ambito narrativo invece che poetico: è l’opposto dell’analessi o flashback e può essere detta perciò anche flash forward; consiste nella modifica dell’ordine cronologico di una trama, iniziando per esempio una storia dalla fine.

La prolessi è detta anche più semplicemente “anticipazione”
Prolessi – Esempi
La prolessi è abbastanza diffusa nella poesia italiana per dare enfasi ad alcune precise parti del discorso. Ecco alcuni esempi:
- “guarda la mia virtù s’ell’è possente” (Dante, Divina Commedia, Inferno II, “la mia virtù” è anticipato);
- “La morte è quello che di cotanta speme oggi m’avanza” (Leopardi, Le ricordanze, “di cotanta speme” è anticipato);
- “Codesto solo oggi possiamo dirti, / ciò che non siamo, ciò che non vogliamo” (Montale, Non chiederci la parola, “codesto” anticipa il contenuto della frase dopo la virgola).