Il polisindeto è una figura retorica che consiste nel ripetere una congiunzione tra più proposizioni, periodi oppure membri di proposizione coordinati fra loro. Il termine deriva dal greco polysýndeton il cui significato è “con molte congiunzioni”. Il polisindeto serve a dare un effetto di rallentamento al ritmo di un discorso contribuendo a dare un notevole risalto a tutti i termini; si contrappone all’asindeto, figura retorica che, al contrario, ha lo scopo di conferire al discorso una maggiore dinamicità rendendolo più incalzante, più veloce. Il polisindeto non è una figura retorica particolarmente utilizzata.
La coordinazione
Nella lingua italiana le proposizioni di un periodo possono essere collegate tra loro attraverso due modalità: la coordinazione o la subordinazione; la prima è nota anche come paratassi, la seconda come ipotassi.
Sono tre le modalità attraverso cui si può realizzare la coordinazione: tramite una congiunzione coordinativa, per asindeto o per polisindeto; la coordinazione per polisindeto, decisamente enfatica, si realizza, come accennato, quando si ripete la stessa congiunzione coordinativa oppure quando si ricorre ad avverbi o pronomi posti in correlazione; un paio di esempi:
“E mi scrive e mi telefona e mi cerca al lavoro e mi tormenta di continuo”.
“La donna urlava, si agitava, si accalorava, si disperava”.
Polisindeto – Esempi
Di seguito alcuni famosi esempi di polisindeto:
- “e mangia e bee e dorme e veste panni” (Dante);
- “…e videmi e conobbemi e chiamava…”
- “Benedetto sia ‘l giorno, e ‘l mese, e l’anno, / e la stagione, e ‘l tempo, e l’ora, e ‘l punto, / e ‘l bel paese, e ‘l loco ov’io fui giunto / da’ duo begli occhi che legato m’hanno” (Petrarca)
- “e i percossi valli, e il lampo de’ manipoli, e l’onda dei cavalli, e il concitato imperio, e il celere ubbidir…” (Manzoni);
- “E sempre corsi, e mai non giunsi il fine; e dimani cadrò” (Carducci);
- “io quello / infinito silenzio a questa voce / vo comparando: e mi sovvien l’eterno, / e le morte stagioni, e la presente / e viva, e il suon di lei” (Leopardi).
Infine, un classico esempio di polisindeto della lingua volgare italiana lo si trova nel “Cantico delle creature” di San Francesco d’Assisi:
“Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento / et per aere et nubilo et sereno et onne tempo”.

La definizione di polisindeto è: “figura retorica consistente nella ripetizione di una congiunzione fra più proposizioni, periodi oppure membri di proposizione coordinati tra loro”; ecco un esempio tratto dal Cantico delle creature di San Francesco d’Assisi: “Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento / et per aere et nubilo et sereno et onne tempo”.