Il pleonasmo è una figura retorica che consiste in un’espressione ridondante, con una o più parole grammaticalmente non necessarie perché il loro significato è già espresso da altri elementi della frase. Senza il pleonasmo, cioè, la frase sarebbe comunque completa dal punto di vista sintattico e chiara dal punto di vista del significato.
In poesia si usa questo strumento per rafforzare un concetto, porre enfasi su un soggetto o su un oggetto, creare particolari effetti di suono, richiamare l’attenzione su un elemento della frase.
Il pleonasmo però è anche frequente nella narrativa, sempre con lo scopo di rafforzare un concetto, ma anche, spesso, per rendere il registro espressivo informale o popolare/basso: il pleonasmo è tipico del linguaggio parlato o del linguaggio di una persona poco istruita. Può essere perciò sia un ornamento retorico, sia un errore grammaticale!
Alessandro Manzoni, per esempio, nei Promessi Sposi usa spesso il pleonasmo per riprodurre la parlata delle persone umili: “A me mi par di sì: potete domandare nel primo paese che troverete andando a diritta. – E glielo nominò.”(cap. XVI). Usare “a me mi” nel dialogo quotidiano o nella scrittura normale sarebbe invece un errore, senza una particolare finalità stilistica. Lo stesso vale per espressioni come “uscire fuori”, “entrare dentro”, “ma però”.
Un altro esempio è quello di Cesare Pavese: “Io il mare l’ho sempre immaginato come un cielo sereno visto dietro dell’acqua” (Feria d’agosto).
Per questo tale figura retorica è simile all’anacoluto, in cui però si ha una costruzione sintattica incompleta e lasciata in sospeso per iniziarne un’altra completa, che esprime lo stesso concetto. Si veda la scheda corrispondente per la spiegazione integrale e gli esempi.
Un’altra figura retorica simile al pleonasmo è la tautologia, che è ancora più ridondante del pleonasmo perché consiste nel ripetere, nella stessa frase, lo stesso concetto espresso in due modi diversi. L’obiettivo è sempre quello di rafforzarlo, ma anche in questo caso si tratta di uno strumento che bisogna usare consapevolmente, altrimenti è un errore logico.

Pleonasmo in greco significa “esagerazione”, ed è l’esempio di come le figure retoriche siano presenti anche nella lingua comune, ma spesso siano errori grammaticali