Il parallelismo è una figura retorica di sintassi che consiste nello sviluppare due concetti simmetrici in successione; la somiglianza fra i due concetti può essere sia grammaticale sia di contenuto. Il parallelismo può riguardare sia la prosa sia la poesia e di solito coinvolge una coppia di concetti, ma può essere applicato a elementi più numerosi. In poesia il parallelismo è usato molto spesso perché, se riguarda due forme simili grammaticalmente, rende più elegante e ordinata o musicale l’esposizione, e se riguarda due espressioni simili nel significato permette di trasmettere un contenuto in maniera più incisiva ed efficace.
Spesso, per dare un ritmo più avvincente ai versi, si combina il parallelismo con una particolare struttura sintattica detta chiasmo: in una frase i due elementi centrali sono simmetrici e lo stesso vale per i due elementi esterni (vedi pagina dedicata per gli esempi).
Parallelismo – Esempi
I parallelismi sono numerosissimi nella poesia italiana. Ecco alcuni esempi:
- “l’albero cui tendevi la pargoletta mano / il verde melograno da’ bei vermigli fior” (Carducci, Pianto antico);
- “Et volo sopra ‘l cielo, et giaccio in terra” (Petrarca, Pace non trovo et non ò da far guerra);
- “Ma secco è il pruno […] e vuoto il cielo” (Pascoli, Novembre);
- “fosti donna, or sei povera ancella” (Leopardi, All’Italia).
- “giù al silenzio verrò, ne l’ombra riposerò” (Carducci, Nevicata)